(U. Trani) La Roma, nel gelo di Kharkiv, fa solo a metà il suo dovere e, accontentandosi di 45 minuti e del gol del solito Under, perde il 4° match di fila contro lo Shakhtar Donetsk. Che in casa, in questa edizione, ha per ora fatto l’en plein, avendo battuto nella fase a girone anche il Napoli, il Feyenoord e il City. Il successo nell’andata degli ottavi, però, potrebbe non bastare per andare avanti in Champions: il 2-1 tiene in corsa i giallorossi che, il 13 marzo all’Olimpico, punteranno al ribaltone. La rimonta, per ora, è riuscita a Fonseca, con le reti di Ferreyra e Fred nella ripresa.
COPIONE DA BIG – Esibizione, dunque, parziale allo stadio Metalist. La Roma si comporta da squadra, come se in Europa trovasse la sua vera identità. Ma dura un tempo. Di Francesco non cambia la traccia e presenta il 4-2-3-1 per il 4° match di fila. L’assetto è spregiudicato, con la conferma di Under che fa il suo esordio in Champions. Ma solo perché l’obiettivo è di non rinunciare al calcio propositivo che caratterizza il tecnico abruzzese. Che, da settembre, tutto sembra meno che un debuttante della competizione. E che, nella notte della verità, si affida ai suoi senatori. L’unica eccezione è proprio il ventenne turco che, dal 4 febbraio, recita da cecchino: 5 reti in 4 partite. De Rossi sta meglio e si capisce subito, anche se poi calerà dopo l’intervallo. Il tandem con Strotman è di sostanza. Nainggolan lavora davanti, spesso affiancandosi a Dzeko, ma è fiacco. Kolarov, aiutato da Perotti, tiene su Marlos. Fazio dirige dentro il fortino. Solo Florenzi, recuperato in extremis, fatica. E non a caso sarà lui a riportare in partita lo Shakhtar ad inizio ripresa.
GUIDA AUTORITARIA – Di Francesco urla dalla panchina. E chiama l’aggressività delle linee. Devono restare vicine e compatte. La Roma, anche con il 4-2-3-1, riesce a essere abbastanza equilibrata, con il sacrificio di Under, Nainggolan e Perotti che rientrano nella metà campo giallorossa. Il pressing, invece, è solo accennato. Si vede quando la difesa di Fonseca imposta dalla area di Pyatov, proprio per evitare che l’assetto si allunghi e diventi vulnerabile. Lo Shakhtar, soffocato e di conseguenza limitato, sceglie la fascia sinistra per dare un senso alla sua serata e al suo 4-2-3-1, attaccando Under e Florenzi e fidandosi della tecnica e della rapidità della catena brasiliana, con il fluidificante Ismaily e l’esterno alto Bernard. Cross tagliati, ma brividi solo di freddo. Meno 7°.
FORMULA PROPOSITIVA – C’è solo la Roma fino all’intervallo, veloce e pratica quando attacca e attenta e organizzata in fase di attesa. Il gol di Under, nella notte del suo debutto in Champions, è il premio per l’atteggiamento dei giallorossi. Dzeko ha due chance che spreca, in particolare la seconda su invito di Perotti. Pyatov chiude sul centravanti, Fazio e Manolas non inquadrano lo specchio andando a saltare di testa. La rete del vantaggio, a fine tempo, è arricchita dall’azione di Perotti e dall’assist di Dzeko che imbuca in area, mettendo Under davanti alla porta. Tocco lieve, ma preciso, per il primo gol segnato in trasferta allo Shakhtar al 3° viaggio: inutile la deviazione di Pyatov. Nel recupero si fa male il centrale Kryvisov che esce in barella: entra Ordets.
DISTRAZIONE FATALE – Lo Shakhtar approfitta subito del rilassamento della Roma che sbaglia l’approccio nel secondo tempo. Sul rinvio scontato di Rakitskiy, buco di Florenzi: Ferreyra può saltare Manolas in contropiede e infilare Alisson. Che è da applausi su Marlos e Tyson, ma si arrende ancora sulla punizione di Fred che calcia di forza e trova la sponda della traversa. Di Francesco dà spazio a Peres e Gerson, fuori Florenzi e Under. Nel finale ecco Defrel per Nainggolan che nella ripresa si spegne presto. Fonseca chiude con Kovalenko per Bernard. E Peres, a fine recupero, si sostituisce ad Alisson ed evita il tris dello Shakhtar alzando sopra la traversa il tiro di Ferreyra.