(U. Trani) «Stop alle parole, anche perché ora abbiamo bisogno di fare punti». Di Francesco sposta definitivamente l’attenzione su campo. Basta guardare al Napoli leader con 16 punti di vantaggio o alla Juve dei 6 scudetti di fila, alla programmazione fatta da De Laurentiis e Agnelli. Meglio pensare alla stagione della Roma che, da oggi pomeriggio alla Dacia Arena, entra nel vivo con la partita contro l’Udinese che anticipa, di 4 giorni, la sfida d’andata degli ottavi di Champions, mercoledì sera, a Kharkiv contro lo Shakhtar Donetsk.
«Serve grande ambizione se si vuole fare questo lavoro. Qui a Roma ci perdiamo sempre su tante chiacchiere, dobbiamo fare i fatti per costruire qualcosa. Sia io come allenatore, che i miei calciatori che devono concentrarsi sugli obiettivi imminenti, cioè la Champions da conquistare in campionato e quella da giocare: è la cosa migliore anziché spendere energie su altro. Il resto ci deve interessare meno. E non mi riferisco solo a Kevin. E’ un messaggio che trasmetto quotidianamente alla squadra».
NESSUN ALIBI A Di Francesco, del resto, hanno dato più fastidio le stilettate del solito Spalletti che non le esternazioni di Strootman sulla competitività del gruppo. Ma, evitando di replicare a caldo, ha ammesso che anche lui non è soddisfatto del raccolto incompleto nelle 24 giornate di campionato e della distanza extralarge dal vertice della classifica: «Rispondo come Monchi: per come si era messo il campionato, per i punti che abbiamo perso per strada per negligenza e per un pizzico di sfortuna, siamo un pochino mancati sotto certi punti di vista in alcune partite. Non nelle ultime due,ma in altre gare dove potevamo fare più punti e non l’abbiamo fatto. Il distacco ci sarebbe stato lo stesso, ma non di questa entità. Inferiore, dunque. Ed essendo l’allenatore, sono tra i responsabili. Il dispendio della Champions non è una giustificazione. Comunque stiamo facendo un ottavo e vorrei vedere un po’ di ottimismo, non che siamo già fuori da tutto. Stiamo lavorando per cercare di recuperare qualche punto buttato in precedenza». Con il ritorno al turnover che è stato il segreto del tecnico nel momento chic della stagione della Roma.