(U. Trani) La Roma, dopo i 2 successi di fila contro il Verona e il Benevento, non si può certo fermare. La zona Champions, risalendo al 4° posto e piazzandosi a 1 punto dall’Inter, è stata appena riconquistata dopo la frenata di fine 2017 che è proseguita anche ad inizio 2018. La proprietà Usa, come si è visto con le dismissioni tecniche dell’estate scorsa e quelle di questo inverno dopo il flop nel playoff dell’agosto 2016 contro il Porto, non si può proprio permettere di restare fuori dalla Grande Europa, avendo sempre dato la priorità agli introiti che arrivano dall’Uefa e che garantiscono la competitività della squadra. Di Francesco e i giocatori ne sono a conoscenza. E, oggi pomeriggio alla Dacia Arena, devono difendere il piazzamento in classifica contro l’Udinese, sempre battuta negli ultimi 9 precedenti (4 in Friuli). Mercoledì sera, a Kharkiv, è in programma l’andata degli ottavi contro lo Shakhtar, ma il pensiero va rivolto solo a questa tappa in Friuli. Conta il presente, proprio per dare un senso al futuro.
ROTAZIONE RITROVATA La Champions, però, c’è. E chiama in causa, come è successo fino al 5 dicembre (gara contro il Qarabag all’Olimpico che ha chiuso la fase a gironi), la rotazione che ha permesso alla Roma di entrare tra le migliori 16 d’Europa (e da prima, dopo 9 anni).
Di Francesco non esagererà, ma saranno comunque almeno 4 le novità: Jesus, da terzino sinistro per far riposare Kolarov, De Rossi, di nuovo titolare (non parte dall’inizio dal 30 dicembre contro il Sassuolo) per verificare il suo polpaccio prima della trasferta in Ucraina e anche per consentire a Strootman un sabato di relax, Pellegrini, al rientro dopo la sciocca espulsione del Bentegodi contro il Verona, e Nainggolan, assente pure lui per squalifica contro il Benevento e presente oggi per fare il trequartista dietro a Dzeko. Il cambio in difesa è per preservare il fluidificante mancino e anche per limitare, con un interprete più difensivo, Widmer che spinge forte su quel lato. Gli altri innesti modificano completamente il centrocampo. Il sistema di gioco, in partenza, sarà per il 3° match consecutivo il 4-2-3-1 che piace a Nainggolan, aiuta Dzeko e, da non sottovalutare, esalta pure Under. Ma con De Rossi in campo, e spesso scudo della linea arretrata, è probabile che, in fase di non possesso palla, l’assetto sarà il 4-1-4-1, per l’equilibrio e la compattezza di squadra. Anche perché l’Udinese, da quando c’è Oddo, gioca con il baricentro più basso e, di conseguenza, aspetta per ripartire.
FORMULA DOPPIA Di Francesco, tanto per far capire alla platea di non essere integralista, ha benedetto il nuovo sistema di gioco. Senza, comunque, rinnegare il 4-3-3 che, avendo a disposizione De Rossi (e aspettando, comunque, anche Gonalons), sarà sempre praticabile: «Questa squadra, giocando così e cambiando, si è arricchita, non indebolita. La capacità di usare entrambi i moduli assimilati dai giocatori, e con le caratteristiche giuste per poterli fare, è un valore aggiunto e si può lavorare sui due fronti. Valuteremo partita dopo partita. Adesso cercherò di cambiare meno possibile per dare continuità a quello che stiamo facendo». Nei 21 convocati per la gara di Udine si rivede Peres. Non ancora Silva che da domani dovrebbe lavorare con il gruppo.
ESONERO PROVVIDENZIALE L’Udinese, con l’addio a Del Neri a fine novembre, ha ripreso quota (10° posto): Oddo, dopo il ko al debutto contro il Napoli, ha fatto l’en plein con 15 punti nelle successive 5 partite. Ultimamente ha un po’ rallentato: 6 punti in 5 gare, ma l’assetto si sta confermando affidabile. Decisivo, a quanto pare, il cambio del sistema di gioco, passando dal 4-3-3 al 3-5-2 che ha fatto diminuire i gol subiti. Peserà l’assenza di Lasagna, attaccante di rendimento (9 gol in questa stagione, 7 in campionato), nella lista dei 21 convocati, in cui manca pure Hallfredsson. Non è, quindi, da escludere, che in fase offensiva, si possa alzare Barak, per il 3-4-2-1 con il doppio trequartista.