(E. Menghi) – C’è una Roma che cambia, soggetta alle leggi del mercato e a quelle ancor più categoriche del tempo, ma c’è chi resiste a tutto questo: De Rossi è l’unico superstite della squadra che sfidò lo Shakhtar Donetsk 4 volte in Champions League, ai gironi nel 2006-07 e agli ottavi nel 2010-11 (nel caso più recente c’era anche Lobont, in panchina). Non andò benissimo, una sola vittoria con tanto di gol del centrocampista e 3 sconfitte, l’ultima per 3-0 in trasferta fu la più amara di tutte per lui, squalificato con la prova tv per una gomitata a Srna. Sette stagioni dopo, gli errori sono ancora quelli, vedi lo schiaffo a Lapadula a Genova, ricordato da Di Francesco nella lista delle cose che hanno fatto sbandare la Roma e da non ripetere più. Non è cambiata nemmeno la voglia di giocare del capitano giallorosso, che ha 34 anni e solo un altro di contratto, ma l’entusiasmo non si è invecchiato e a limitarlo sono più che altro i problemi fisici.
Per recuperare da una fastidiosa lesione al polpaccio ci ha messo più del previsto, ha saltato 5 partite ed è tornato in campo solo nel finale contro il Benevento. Dopo 49 giorni sarà di nuovo titolare, a Udine ha una maglia prenotata in regia e per la prima volta sperimenterà in partita il 4-2-3-1 con cui si sta cimentando il tecnico, con risultati esclusivamente positivi finora, e che lui conosce a memoria. Molto probabilmente a dargli una mano ci sarà Pellegrini, mentre Strootman potrà riprendere fiato dopo aver coperto l’assenza del compagno per un mese e mezzo. Finalmente De Rossi sta bene, scalpita per rientrare e non vuole più fermarsi. Daniele è pronto al raddoppio, muscoli permettendo: 2 partite in 5 giorni, è questa la sua missione. Al Friuli aumenterà il minutaggio scendendo in campo dall’inizio, ma l’obiettivo è quello di prendersi la rivincita con lo Shakhtar, una gara che non vuole perdersi per nessun motivo al mondo. C’è il suo passato in ballo, ma soprattutto una bella fetta di futuro in Champions League e lui non ha certo la pancia piena.
Le intenzioni sono chiare, le valutazioni spetteranno però a Di Francesco, che pensa in primis al presente, ma con l’agenda piena da qui a un mese sta studiando il turnover. Ecco perché in difesa si potrebbe rivedere Jesus, anche al posto di Kolarov, aspettando Silva che comincerà a lavorare con il gruppo, cosa prevista al rientro da Udine. Peres è finito ai margini ma in caso di necessità può dare respiro a Florenzi. Per Gonalons c’è ancora da aspettare e a centrocampo Strootman è diventato il vice De Rossi, Gersonpuò dare una mano, Nainggolan e Pellegrini si sono riposati in vista degli straordinari. Davanti Schick chiede spazio, ma dovrebbe spuntarla di nuovo Dzeko, Under non si tocca per ora, ma anche lui prima o poi rifiaterà e i ricambi non mancano. El Shaarawy contende la fascia mancina a Perotti (favorito) domani, ma in Champions potrebbero giocare entrambi. La Roma cambia e sa cambiare.
Fonte: Il Tempo