(…) Così l’esplosione di Alisson è rimasta congelata per una stagione ma forse è servito anche questo, lo ha fortificato nel carattere. «Non è stato facile giocare una sola volta ogni tre settimane, aspettando le coppe. Ho atteso il mio momento e mi sono preso la maglia numero uno. E ora non la lascerò più», ha detto il portiere della Roma. Quello che ha fatto vedere in questi 8 mesi da titolare è qualcosa di speciale. Così tanto che su di lui sono finiti gli occhi di alcuni top club come Real, Psg e Liverpool.
La Roma lo valuta circa 80 milioni, ma per ora se lo tiene stretto. «Vogliamo che resti qui», ha detto giorni fa il d.s. Monchi. È per questo che presto gli offrirà il rinnovo, raddoppiando di fatto l’ingaggio (oggi un milione e mezzo). Anche se poi Alisson è uno che ha bisogno di poco per vivere bene: «Sono uno tranquillo, mi basta la mia famiglia. A Roma il cibo è buono, la città mi piace, soprattutto il centro ed il Colosseo. Qui è nata mia figlia Helena, qui sto bene».
(…) «Con la nazionale voglio vincere, anche se so che il Mondiale sarà difficile». Lui ne sarà protagonista. Prima, però, c’è la Roma: «Di Francesco ci ha cambiato l’atteggiamento, ora siamo più cattivi e aggressivi. La squadra difende bene, a cominciare dalle punte. Con Dzeko ho una sfida personale in allenamento, deve farmi gol. Kolarov? Leader naturale, come De Rossi è un gran capitano. Quando parla è autoritario, sa ciò che dice. La fascia di capitano è in buone mani».
Martedì Alisson guiderà il Brasile alla rivincita del 2014 contro la Germania, a Berlino. E pazienza se per un po’ dovrà rinunciare alle sue passioni (pesca e churrasco), per quelle ci sarà tempo una volta tornato a Roma. «In Italia ho imparato a giocare con i piedi. Poi qui si lavora più sulla tecnica, in Brasile sull’esplosività. Ho giocato negli stessi club di Falcao, uno dei più forti di sempre in Brasile. Ora vorrei vincere un titolo qui, come fece lui». (…)
Fonte: gazzetta dello sport