È stata la Roma più «difranceschiana» della stagione, quella che ha sbancato il San Paolo. Il tecnico giallorosso conosceva le contromisure per soffocare il Napoli di Sarri, i suoi giocatori le hanno applicate alla perfezione. […] Di Francesco ha riempito di granellini di sabbia i meccanismi rapidi dell’avvio-azione azzurro, con l’effetto di aumentarne gli errori in disimpegno. De Rossi si «alzava»su Jorginho a metà campo, Nainggolan e Strootman si occupavano di Zielinski e Allan – cancellando il primo e pareggiando la forza fisica del brasiliano – ma sopratutto hanno interpretato alla perfezione le «uscite» su Koulibaly e Albiol, sui quali andavano a pressare una volta entrati in possesso palla sulla circolazione iniziale del Napoli: 23 gli intercetti. […] Jorginho non è stato escluso dal gioco (128 tocchi), come successo altre volte, ma ne è stato sporcato il gioco, costretto ad accelerare pensata e passaggio: 14 i suoi appoggi sbagliati.
Per la tenuta della strategia romanista, doveva contribuire la «strettezza» delle due linee, stessa strategia vincente che aveva contraddistinto il sacco del San Paolo a opera della Juventus: stretti dietro e ripartenze. E così è stato. I quattro di difesa sono sempre rimasti alti e hanno tenuto una distanza minima dal reparto di centrocampo – che ha spesso compreso anche gli esterni Under e Perotti – contribuendo ad affollare la zona sulla trequarti. Qualche problema c’è stato, perché il Napoli, almeno nel primo tempo, è riuscito a innescare più di una volta i propri meccanismi e liberato soprattutto Insigne, capace di sfuggire al radar sia dei centrocampisti sia dei difensori giallorossi. Ma Alisson ha tenuto in piedi la Roma. Così come Dzeko l’ha poi sollevata: il portiere, il centravanti, il lavoro tattico di difesa e centrocampo. Squadra perfetta in tutto e per tutto. Anche psicologicamente, perché il Napoli non perdeva dopo essere andato in vantaggio da 101 partite. Da quando? Sassuolo-Napoli, la primissima di Sarri. Contro Di Francesco.
La «leva» è stata esercitata da Dzeko, mostruoso nella doppietta ma anche nella capacità di difendere palla e ribaltare alla svelta il fronte con le sue sponde. È stato ancora lui a colpire quando la Roma ha cominciato ad accusare la fatica, e dunque a mollare un po’ il pressing. Il risultato demolisce il morale del Napoli e forse anche i suoi sogni, ma la squadra di Sarri non ha rinunciato ai propri principi. Il suo calcio di possesso ha prodotto 14 tiri in porta e 7 fuori. […] E contro squadre così organizzate il rischio a volte si paga.
Fonte: gazzetta dello sport