Più delle dediche, dei cori e degli striscioni ovunque, più delle facce attonite, l’omaggio più grandioso a Davide Astori, scomparso più che morto, una notte che non sarebbe mai finita, è stato il silenzio del suo amico Daniele De Rossi. Il suo dolore selvatico. Indicibile e asocial. Partirà da lui la Roma all’Olimpico, nella partita che vale la stagione, dal suo capitano, che contro il Torino ha voluto esserci perché sapeva che avrebbe trovato il modo di accarezzare Davide, nella divisa del loro mestiere, più che mai intimi nella folla.
La Roma che ha strapazzato il Toro nel secondo tempo è quella di sempre, decifrabilissima, al contrario di quanto si dice: una squadra che non ha gioco, ma ha i giocatori. E qualche volta basta. Alisson senza più aggettivi, Florenzi in crescita e Kolarov tornato ai suoi livelli. Schick? Non tutto da buttare. Ha spiegato alla piazza l’importanza di Dzeko.
fonte: Il Corriere della Sera