Ma quanta sofferenza prima del sigillo e quante volte bisogna gridare «grazie» ad Alisson che blinda la porta e tiene i giallorossi in linea di galleggiamento. La squadra di Eusebio Di Francesco, nel primo tempo, è troppo lenta nella costruzione della manovra, ci sono pochi movimenti senza palla e colui che è deputato a dettare i tempi (quasi sempre De Rossi) va in difficoltà. Le mezzali non s’inseriscono come dovrebbero alle spalle degli avversari, i terzini sono frenati, le ali non rientrano per accorciare i reparti. La mossa del Torino è semplice: far uscire Baselli sul centrosinistra e Acquah sul centrodestra per portare pressione ai difensori della Roma che iniziano l’azione. Così facendo le opzioni di passaggio peri giallorossi si limitano molto e spesso si ricorre al lancio lungo. Inoltre Mazzarri ordina a difensori e centrocampisti distare sempre molto vicini e compatti, in modo da non concedere spazi d’inserimento per Under, El Shaarawy o Nainggolan.
A gara sbloccata, poi, la maggiore qualità tecnica della Roma fa la differenza. Tuttavia – scrive la Gazzetta dello Sport – il salto di qualità si otterrà solo quando si riuscirà ad attaccare le difese chiuse senza sbilanciarsi troppo. Il Torino, più che la responsabilità per non aver reagito dopo l’1-0, ha la colpa di farsi trovare impreparato sui calci piazzati del nemico. Manolas salta da solo e De Rossi approfitta di un maldestro tentativo di fuorigioco. Regali che alla Roma non si possono concedere.