Alla maledizione del sorteggio non si scappa, Juve-Real Madrid e Roma-Barcellona. Partiamo sfavoriti. Ma anche quei due contentissimi non saranno: perché non è mai un affare vedersela con un’italiana. Le semifinali non sono già scritte. Cristiano Ronaldo e Messi. I due uomini che caddero sulla Terra, per dirla alla David Bowie, e da allora si sono presi tutto, colonizzando il pianeta calcio. Cannibali, spietati, insensibili, rivali di una rivalità che non ha precedenti lungo un testa a testa decennale. Alle loro armi del futuro possiamo opporre quella «guerriglia» che ad Allegri è già riuscita due volte durante la dominazione aliena, una combinazione di intuito e tempi di reazione senza eguali.
Il Barça visto contro il Chelsea è stato impressionante e fragile. Messi ha risolto da solo, anzi con la collaborazione di quattro pali – scrive la Gazzetta dello Sport -, ma Valverde ha sofferto lo schieramento chiuso di Conte che poi ripartiva con Willian. La Roma proporrà meno velocità ma più geometrie con Dzeko e più densità in mezzo. Per Under è un esame di laurea, servirà il Nainggolan vero. Non è lo Shakhtar. E purtroppo la Roma non ha l’abitudine della Juve alle sfide di altissimo livello, ma un entusiasmo contagioso. Con interpreti ben diversi, Di Francesco e Valverde si sono affrontati in Europa League l’anno scorso: il Sassuolo vinse 3-0 all’andata con l’Athletic Bilbao, una gara spettacolare, e Monchi s’innamorò del futuro tecnico. Senza abiurare all’ideologia di DiFra, la Roma dovrà farsi il più saggia e paziente possibile. Rispetto alla Juve, che ha più chance, ha un vantaggio: niente da perdere