Mentre uno parlava in America, l’altro era ospite della Stampa Estera a Roma. Più o meno con gli stessi concetti, anche se con sfumature a tratti diverse. Il filo conduttore, però, è lo stesso e guarda dritto alla prossima sfida di Champions League contro il Barcellona. Per James Pallotta, presidente della Roma, “un sorteggio felice, perché ce la possiamo giocare con tutti, anche con il Barcellona. Tutti mi parlano di una sfida come quella di Davide contro Golia, ma non penso che i miei giocatori abbiano qualcosa in meno di quelli catalani”.
Per il d.s. giallorosso Monchi, invece, “una sfida a cui pensare con la testa e con il cuore. Con la testa è difficile, loro se non sono i più forti al mondo sono la seconda o la terza squadra. Con il cuore dico invece che abbiamo delle possibilità di farcela, perché nei giocatori e nello staff tecnico oggi vedo qualcosa di diverso”.
Pallotta – scrive la Gazzetta dello Sport – ha toccato tanti altri argomenti: “Il mercato? Provo frustrazione quando la gente dice che siamo un supermercato”. Argomento toccato, è ovvio, anche dallo stesso Monchi: “Il futuro di Alisson? Se penso a lui alla Roma per i prossimi 30 anni dico di no, se penso invece ad un futuro di una settimana o per la prossima stagione dico di sì. Non abbiamo la necessità di venderlo. È tra i primi cinque portieri al mondo, forse anche tra i primi tre. E ora vogliamo godercelo un po’ nella Roma”. Poi Pallotta vira su un altro ombelico, quello dello stadio, il centro di tutto per il suo futuro calcistico. “L’obiettivo è ottenere i finanziamenti entro i prossimi sei mesi e posare la prima pietra entro la fine dell’anno. Poi serviranno tra i 26 e i 28 mesi per costruire tutto”. Chiusura sullo stesso Monchi: “Ha avuto bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi, Roma non è facile, con tutti quei media. Schick? Sarà utile in futuro”. E questo è il pensiero anche dello stesso Monchi: “Lui è il primo a non essere contento finora, ma ha bisogno di tempo, di adattarsi, ha qualità.