Il ds Monchi è intervenuto ai microfoni della radio ufficiale giallorossa. Queste le sue dichiarazioni:
La prima parola che abbiamo detto è “Crotone”. Questo deve essere l’atteggiamento?
“Sì, trovare la motivazione per giocare la possibilità di andare ai quarti di Champions League non è difficile, ma dopo l’adrenalina di una partita così tornare al campionato e giocare contro una squadra complicata deve essere una crescita. Dobbiamo farlo. Io 5 minuti dopo la partita, parlando a una radio spagnola, pensavo a Crotone”.
Lo disse dopo la qualificazione agli ottavi e a Verona non andò benissimo.
“Parlavo con il mister, stava guardando la partita di Crotone, se vogliamo arrivare a essere più grandi, dobbiamo gestire situazioni come queste, giocando allo stesso livello di motivazioni”.
Se non vinci a Crotone...
“È un casino”.
Rischi di non vivere le stesse serate.
“È un segnale di maturità, è la strada che vogliamo per la Roma del futuro, vogliamo una Roma forte in tutte le partite”.
Vogliamo stupirci quando non viviamo queste serate qua.
“Vorrei vedere le foto di Instagram quando andiamo in finale, dobbiamo rendere normale quello che purtroppo è anormale”.
Ci sono squadre cattive in Spagna?
“Ci sono squadre top, ma anche squadre complicate. Magari non di nome, ma contro cui giocare non è facile. Il Real Madrid e il Barcellona si mettono l’abito per la Champions League e quello per giocare partite meno importanti. E vincono sempre”.
Qual è il rapporto di Monchi con la critica? Perché la squadra ha avuto un passaggio a vuoto?
“Non è facile trovare soluzioni. Penso – dopo 11 mesi – che dobbiamo imparare a gestire meglio il successo e amministrare meglio la sconfitta. Per me questo è il primo problema che abbiamo a Roma. Ogni volta che cominciamo a vincere siamo campioni, alla prima sconfitta è un disastro. Torno al mio messaggio di 4-5 mesi fa, dobbiamo trovare il grigio, l’equilibrio. La serata con lo Shakhtar è bella, ma non possiamo fermarci a una sola vittoria o una sola sconfitta. Penso che siamo sulla strada giusta, non è facile cambiare, trovare questa strada che non abbiamo preso per tanto tempo. Credo sia il primo problema che abbiamo. Sulle critiche, state parlando di uno che quando giocava in porta ha dovuto uscire per tre volte da porte secondarie perché lo volevano picchiare. Racconto sempre la stessa storia: l’ultimo anno da calciatore, nella domenica di Pasqua, giocammo a Siviglia contro il Toledo, dopo la partita uscimmo dalla porta 26 e non dalla porta 1. Tre mesi dopo siamo saliti in Serie A e il nome più acclamato era il mio. Il calcio è così, ho avuto la fortuna di vincere quando ero a Siviglia, ma ci sono stati anche momenti difficili. Se la squadra non vince, le critiche sono normali, e viceversa. Ogni volta ci si arrabbia, se non vinciamo per 7 partite di fila di certo non ci invitano a mangiare. Penso sempre alla prossima partita, nel calcio non c’è passato e non c’è futuro: c’è solo il presente”.
Quanto hai imparato dai tuoi errori?
“Tanto, ne ho fatti tanti, ma ho avito la capacità di aver capito dove ho fatto male. Esempio: Hector Moreno. Ero convinto che potesse fare il caso della Roma. Poi mi sono fermato e ho capito di no. Ho imparato questa cosa e proverò a non farlo più”.
Più forte Alisson o Monchi?
“Lui trasmette tranquillità, serenità, equilibrio e questo per un portiere è importante, perché i compagni sono fiduciosi. Quando giocavo io, dicevano che dovevano fare un gol in più perché Monchi era in porta”.
Siviglia-Roma?
“Adesso è difficile per tutti in Champions, chiunque trovi. Barcellona, Real Madrid che è fatta per vincere tutto, Juventus , Bayern Monaco, il City che è la squadra più forte di tutte. A Roma vogliono tutti il Siviglia, a Siviglia vogliono tutti la Roma. Mio figlio visto su Twitter una foto con le 8 squadre. Questo è il bello. Se le altre 7 vogliono la Roma per noi è ok, meglio così… L’obiettivo è la mentalità e adesso la nostra è buona”.
Calendario?
“Ieri parlavo con Mauro e Umberto di questo, dobbiamo aspettare il sorteggio per gestire. Questo è una cosa bella, la cosa più bella del calcio è giocare”.
La Roma viene raccontata male?
“Ho parlato tante volte con Mauro di questo. A livello sportivo ancora dobbiamo aspirare di essere allo stesso livello della società. Ho trovato una società moderna, forte, la crescita deve essere verticale, anche orizzontale, soprattutto nei momenti di difficoltà”.
Le radio ci sono a Siviglia?
“Si, certo sia quella ufficiale della società, la TV. Sono 12 anni. Tutti parlano di quello che ha vinto, ma la crescita è stata orizzontale”.
Quanto stai lavorando per il futuro?
“Io abito qui. Arrivo alle 7:30, palestra. Poi la prima ora lavoro con la squadra, quindi per il presente, poi comincio a lavorare verso il futuro. Adesso ho parlato con Di Francesco, con Totti. Finisco qui e parlo del futuro. Domani c’è il sorteggio, poi torno e ho un appuntamento per il futuro”.
La cosa più importante
“Un buon atteggiamento. Per me è importante. Ho visto Crotone-Sampdoria e dopo 20′ hanno vinto la partite. Loro staranno pensando che siamo distratti dalla Champions, quindi dobbiamo avere la giusta mentalità fin dall’inizio per far capire che la nostra testa è al Crotone”.
Fonte: roma radio