(M.Di Dio) – La missione quarti di finale parte da Alisson e arriva a Dzeko. Passando per Di Francesco che nell’occasione farà indossare alla sua Roma l’abito di gala. Il portiere è chiamato a blindare la porta della Roma come ha fatto in tutte le gare stagionali di Champions all’Olimpico, l’attaccante vuole sfatare il tabù di segnare un gol europeo nelle gare a eliminazione diretta, il tecnico deve imitare i predecessori in giallorosso Liedholm e Spalletti e tagliare quel traguardo atteso a Trigoria da dieci anni. Sarebbe il regalo più bello per il presidente Pallotta, che oggi spegnerà 60 candeline ma festeggerà oltreoceano, seguendo solo in tv la partita con lo Shakhtar Donetsk. La Roma americana non ha mai toccato un punto così alto in Europa e in ballo c’è anche un tesoretto di 15 milioni, che si aggiungerebbe agli oltre 47 già incamerati per l’ottimo cammino stagionale in Champions. Soldi che darebbero più tranquillità al ds Monchi in vista del mercato estivo. Ecco perché Di Francesco parla di «una qualificazione fondamentale, per ridare slancio a noi ma anche all’ambiente». E se il tecnico invocava l’aiuto del 12° uomo, all’Olimpico non sarà però una notte da tutto esaurito (appena 45.000 gli spettatori, colpa del caro biglietti e della diretta tv in chiaro). Così si affiderà all’esperienza di gente come Kolarov e De Rossi, gli unici nella rosa giallorossa ad essere entrati tra le prime 8 nella massima competizione continentale, per ribaltare l’1-2 dell’andata. Alisson, il portiere titolare della Seleçao, deve fermare il Brasil-Shakhtar dei vari Taison, Marlos e Bernard. Lui è il futuro della Nazionale di Tite, loro sono stati il passato recente. E se stasera dovesse riuscire a blindare i pali giallorossi, le possibilità di superare il turno aumenterebbero in maniera esponenziale. Lo ha già fatto con l’Atletico Madrid, il Chelsea e il Qarabag nel girone, ma anche 12 volte in campionato risultando dopo il collega del Napoli Reina il più bravo nel «clean sheet».
L’anno scorso fu l’estremo difensore della Roma in Europa League e in Coppa Italia, visto che era difficile togliere il posto a Szczesny. Ora è il titolare indiscusso: delle 36 gare stagionali dei giallorossi, ne ha saltata solo una, coincisa con l’eliminazione dalla Coppanazionale. Le sue parate miracolose non potevano passare inosservate agli occhi dei grandi club d’Europa: Liverpool e Monaco si sono dette interessati, ma in Italia persino De Laurentiis lo vorrebbe per il dopo Reina a Napoli. Servono almeno 60 milioni e il superare il turno di Champions potrebbe aiutare a evitare la sua cessione, che diventerebbe inevitabile a giugno per le regole Fair Play Finanziario se la Romainterrompesse stasera la sua avventura in Champions. Porta blindata sì, ma anche almeno un gol da segnare. Si punta sullo Dzeko determinante nella vittoria del girone d’acciaio grazie anche alla sua doppietta a Londra contro il Chelsea. Fra pochi giorni compirà 32 anni e, dopo aver rischiato la cessione a gennaio, è forse una delle ultime occasioni di brillare a livello europeo. I quarti di finale li ha già sfiorati con il City e li ha vissuti da spettatore con il Wolfsburg, ora vuole conquistarli con la Roma. A patto che faccia il suo dovere là davanti, realizzando il primo gol in Champions davanti al pubblico dell’Olimpico. «Ho rivisto il miglior Dzeko, ma sarà determinante all’interno di un gioco collettivo, non voglio rivedere come all’andata una squadra che dura solo un tempo», ha ammonito Di Francesco. Se tutto andrà bene, l’Italia tornerà ad avere due squadre nei quarti dopo 11 anni (nel 2007 Roma e Milan, che poi vinse il trofeo).
fonte: Il Giornale