Taffarel, portiere campione del Mondo con la Seleçao, lo ha già incoronato: «È il Pelé dei portieri», e potete immaginare come in Brasile non scomodino il nome della Perla Nera invano, soprattutto per un ruolo che non presuppone il far gol. D’altronde, a 25 anni Alisson sembra un predestinato. Al netto di un campionato straordinario, basti dire che in questa Champions per metà delle partite non ha subito gol (4 su 8) e in generale – fra gli 8 estremi difensori rimasti in corsa – è quello con più parate effettuate (28). Se a questo aggiungete che ha una precisione di passaggi di piede pari all’88% (205 positivi su 233), basta shakerare tutti i dati e servirli ghiacciati per poter sperare di raffreddare i bollori del Camp Nou.
Insomma, il cozzo tra giganti stasera sembra inevitabile. Messi arriva alla sfida forte non solo dei 36 gol stagionali, ma anche di un’onda di numeri contro le squadre italiane estremamente positivi. In 19 partite di Champions, infatti, ha questo bilancio: 9 vittorie 7 pareggi e 3 sconfitte, con 12 reti e 5 assist. Non basta, visto che l’argentino ha segnato a 29 delle 35 squadre europee affrontate in Champions. Tra le 6 che si sono salvate, comunque, due sono italiane: l’Inter e l’Udinese. Non la Roma, a cui ha realizzato già 2 reti proprio qui a Barcellona. (…) Leo va a segno da 7 partite consecutive (9 gol in totale), e mai come ora il Barça dipende da lui a livello offensivo. Cattive notizie per Alisson? Dipende. Che esista una storica rivalità tra Brasile ed Argentina non è neppure da segnalare. Ciò che va notato, però, è il rapporto tra Messi e i portieri brasiliani. Proprio brasiliano, ahi noi, è il più battuto in carriera – Diego Alves: 21 volte – ma negli anni interisti Julio Cesar ha sfidato l’attaccante per ben 3 volte non subendo mai gol.
Fonte: Gazzetta dello Sport