(F. Viola) – Finalmente si può cominciare a parlare del Liverpool. Con uno che non ha ancora segnato in Champions League, Radja Nainggolan. Sono passati dieci giorni da quando a Nyon sono usciti gli accoppiamenti della semifinale. Giorni lunghissimi in cui tutti avevano in mente solo una gara, ma l’attenzione massima doveva essere prima per il campionato. Lui si è preparato al meglio a questo evento segnando pure nell’ultima gara di Serie A contro la Spal, a Ferrara.
Una vittoria importante contro la Spal, per come è arrivata, con un risultato netto, e perché la testa poteva giocare brutti scherzi.
“Siamo consapevoli che dobbiamo fare bene in campionato, per giocare la Champions l’anno prossimo. Abbiamo fatto il nostro lavoro, abbiamo giocato una buona gara, creato tanto. Adesso possiamo concentrarci sul prossimo obiettivo, il Liverpool. La gara contro gli Inglesi per tanti di noi sarà la partita più importante della carriera”.
È stato un segnale di maturità da parte della squadra?
“Abbiamo preparato la partita al massimo. Anche se c’è una partita delicata martedi siamo consapevoli dei nostri obiettivi. Il gruppo ha capito che dobbiamo portarli avanti entrambi, non abbiamo altra scelta”.
Erano esattamente 34 giorni che non segnava. Com’è stato tornare al gol?
“Per me il gol non è una ossessione, ne avrei potuti fare molti di più, ne ho sbagliati tanti. Per me è una annata normale, non al livello dell’anno scorso. Però quello che vale sempre più di tutto è la prestazione della squadra, i risultati che ottiene la squadra. Poi fa sempre piacere fare gol, ma se li fanno gli altri sono contento lo stesso”.
Schick nel post partita ha detto che le ha dato il gol per non farla arrabbiare.
“Non me lo ha dato lui, la palla è proprio rimbalzata sopra al mio piede. Non ci sarei rimasto male, Schick proprio non l’ha toccata. Sono contento che abbia trovato il gol, ha preso la traversa contro la Fiorentina, ma gli mancava il gol. Gli ho sempre detto di rimanere tranquillo, viveva un momento di forma fisica in crescita e ne era consapevole. Gli mancava solo il gol e sono contento che sia arrivato. È una annata un po’ particolare per lui, la gente si aspetta tanto da lui… è giovane e sta cercando di dimostrare le sue qualità. Giocando come sta facendo nell’ultimo periodo, i gol certamente arriveranno”.
Mancano poche partite alla fine del campionato e la corsa per il terzo posto è ancora
apertissima.
“Siamo là, in corsa. Ora per noi è diventata una ossessione, all’inizio avevamo altri obiettivi,
poi sono cambiati, ma nessuno si aspettava che avremmo fatto tanto in Champions. Possiamo dire che la stagione sia “in equilibrio” rispetto agli obiettivi iniziali. Siamo soddisfatti, stiamo lottando per un posto in Champions per l’anno prossimo e siamo entrati nelle migliori quattro in Europa. Insomma una piccola soddisfazione ce la siamo tolta e ce ne possiamo togliere altre. Dobbiamo rimanere concentrati e cercare di fare una impresa importante”.
In questo finale di stagione, è più difficile gestire la stanchezza mentale o quella fisica?
“Penso che certe partite ti danno motivazioni da sole, non vanno gestite le energie. Magari senti qualche dolorino o sei affaticato, ma le gambe girano lo stesso da sole. Per esempio una gara come quella contro il Barcellona ti porta energia. Sono partite belle da giocare, ti viene la voglia di dare qualcosina in più. Spero che contro il Liverpool proveremo tutti la stessa emozione”.
Se dovese fare un bilancio, che stagione è per la Roma?
“La gente si aspettava meglio in campionato e posso essere con loro d’accordo con loro. Però nessuno si aspettava che saremmo arrivati in semifinale in Champions. Abbiamo perso qualcosa in campionato però abbiamo fatto qualche cosa di più in Coppa. Complessivamente non posso dire che siamo soddisfatti ma siamo dentro i nostri obiettivi. Insomma bene in Champions e un po’ meno in campionato, ma l’obiettivo qualificazione è ancora alla nostra portata”.
Nessuna rete in Champions, le manca?
“Speriamo che me la ‘sono tenuta’ per queste partite! Ovviamente il gol in Champions League mi manca ma non è una fissazione, non vivo aspettando il gol. Quando arriva, arriva… speriamo arrivi un gol importante, non sarebbe male. Mi auguro che faremo una bella partita, chi fa gol non importa. L’importante sarà provare altre emozioni come quelle contro il Barca”.
Rispetto alle stagioni passate la Roma sembra aver compiuto un passo in avanti soprattutto nella testa. Avete maggiore consapevolezza dei vostri mezzi?
“Arrivare in semifinale dà maggiore consapevolezza nei propri mezzi. Se fossimo usciti nei gironi si sarebbe detto il contrario. Vinci con il Barcellona e poi pareggi con il Sassuolo, sulla carta non esiste, ma purtroppo accade. Bisogna cercare di mantenere un equilibrio… ogni
partita fa storia a sé”.
Avete scritto la storia della Roma, arrivando in semifinale, e ora avete l’occasione di
continuare a farlo. Che sensazioni avete?
“Non possiamo sottovalutare l’avversario, sono fortissimi, hanno eliminato il City che ha stravinto il campionato. Sarà un partita aperta, nessuna delle due squadre è partita favorita e una delle due deve andare in finale, speriamo di essere noi”.
Manolas ha raccontato che Salah gli scrive spesso per sapere come sta in vista del match di
martedì: pensa che sia Salah l’uomo da fermare?
“Non solo lui; se fa tanti gol e produce tanto bel gioco è anche grazie al suo compagni. Ogni squadra è costruita da giocatori che fanno una squadra intera. Il Liverpool ha tanti giocatori che fanno giocare bene gli altri. Proprio come noi. Salah è sicuramente un giocatore importante, fortissimo. Ha fatto molto bene qui a Roma e ora sta facendo la storia in Inghilterra, già al suo primo anno. Noi dobbiamo pensare solo a noi, fare il nostro gioco, come in tutte le altre gare fatte”.
La gara di andata si giocherà ad Anfield, uno degli stadi più importanti del calcio europeo e l’ambiente sarà molto caldo. Potrà fare la differenza?
“A noi l’Olimpico ha fatto la differenza. Dovranno venire anche qui, quindi vale per l’uno e per l’altro. Il fattore campo dovrebbe essere sempre a favore della squadra che gioca in casa. Io non ho mai giocato all’Anfield, ma dobbiamo giocare la partita al massimo a prescindere dal contorno. Dobbiamo solo concentrarci sul gioco da fare senza distrazioni”.
Per loro sarà la decima semifinale, la tradizione e l’abitudine a giocare certe gare possono pesare?
“I tempi sono cambiati, le tipologie di gioco sono diverse, le strategie, tante cose sono cambiate nel calcio in questi anni. Ci dobbiamo giocare la nostra partita senza sottovalutare l’avversario, consapevoli dei nostri mezzi”.
Pensa possa essere un vantaggio giocare la gara di ritorno in casa. L'olimpico è esaurito, sarà un po’ come rivivere la gara con il Barcellona?
“Speriamo che non dobbiamo recuperare il 4-1, perché i miracoli non succedono tutti i giorni! Proviamo a fare un bel risultato in Inghilterra e giocarcela poi in casa. Si può sognare la finale”.
Se le avessero detto ad agosto che la Roma sarebbe arrivata in semifinale, cosa avrebbe risposto?
“Io il giorno dopo la qualificazione con il Barcellona ancora non ci credevo! Sembrava una cosa impossibile. È stato un momento bello per tutti noi, per la società, per i tifosi. Una “cosa” completa. Non ci avrei mai pensato, dopo il risultato 4-1 dell’andata… adesso ci siamo e speriamo che possa capitare un’altra volta una cosa del genere”.
Fonte: AS Roma Match Program