(F. Bocca) – Meglio non toccare nulla, resta tutto così com’è. Il derby di Roma è stato il quinto 0-0 di giornata, non proprio una partita da cuor di leoni a parte un finale con qualche brivido. Al di là dei pochi dati tecnici la fotografia migliore sono i 23 punti di distacco che Lazio e Roma hanno dalla Juve e 17 dal Napoli. La Roma non poteva certo replicare la notte del Barcellona, mentre la Lazio, pur data per sfavorita, ha trovato un risultato che la soddisfa dopo l’eliminazione dall’Europa League. Alti e bassi sono ormai la caratteristica delle due squadre romane. La corsa alla Champions intanto resta congelata e in perfetto equilibrio.
Lazio e Roma si sono affrontate con animosità, spinte anche da un pubblico acceso e coinvolgente. Scenografie ricche e grandiose. Ma si è fatta anche parecchia teoria, molta corsa a petto in fuori. Era chiaro come le due squadre avessero lasciato in settimana un pezzo di loro stesse, sia pure con risultati opposti, nell’avventura europea. La Roma ne ha ricevuto esaltazione, la Lazio un carico di amarezza. La Roma si è fatta specchio della Lazio, col suo modulo a tre difensori centrali (Fazio, Manolas, Juan Jesus), ma lo aveva già fatto anche e soprattutto nel match dei 3 gol al Barcellona – unica differenza Bruno Peres al posto di Florenzi – per cui Di Francesco non poteva certo essere accusato di plagio. E del resto l’attacco della Lazio con Immobile e Felipe Anderson, secondo solo a quello della Juve, metteva preoccupazione quasi quanto quello del catalani. Mentre Inzaghi nonostante lo shock e la fresca fatica – la Roma aveva giocato il martedì, la Lazio il giovedì – dell’eliminazione di Salisburgo ha ritoccato un minimo la Lazio (Marusic per Basta e Felipe Anderson per Luis Alberto), scommettendo ancora sulle sue convinzioni. E finendo anche per avere ragione. Quello di Salisburgo è stato un tracollo psicologico più che tecnico. Tanto equilibrio per buona metà partita ha generato un tiro di Parolo da una parte, e la base di un palo colto da Bruno Peres.
Per quanto si potesse prevedere il contrario la Lazio aveva una maggior riserva di energie e per lunghi minuti ha preso il controllo della gara, schiacciando la Roma dietro. Inzaghi ha ottenuto più freschezza dai cambi, ma non tutto è girato per il verso giusto perché a una decina di minuti dalla fine, a causa di un fallo su Ünder, Radu è stato espulso per doppia ammonizione. In dieci la Lazio (Inzaghi ha sostituito Immobile) ha rischiato perfino di andare in gol, e la Roma ha tentato un rush finale cercando di afferrare la vittoria con Dzeko che ha cercato il gol con una breve raffica di tiri, tra cui una traversa colpita di testa. Milinkovic ha perfino tentato, a fil di sirena, il classico tiro lungo da basket. Ma era uno 0-0 scritto e timbrato, nessuno alla fine si è fatto male.
Fonte: La Repubblica