Arriva la Fiorentina all’Olimpico. Il pensiero non può non volare a Davide Astori. Trenta partite in giallorosso, centonove in viola, più che sufficienti perché rimanesse nel cuore di tutti. [..] «Un ragazzo meraviglioso» ci racconta Walter Sabatini che lo portò a Trigoria con una delle sue spericolate quanto efficaci operazioni di mercato. In quei giorni, siamo tra il venti e il venticinque luglio di quattro anni fa, tutta la stampa, specializzata e non, lo aveva già sistemato alla Lazio. [..] Era tempo di ritiri, Tare nella notte tra il ventitrè e il ventiquattro luglio di quel 2014 piombò in quello del Cagliari per chiedere spiegazioni. Le ebbe. «Astori è un giocatore della Roma» gli spiegarono. Era convinto, Sabatini, che Astorialla Roma sarebbe stato un affare per tutti. Le premesse c’erano come, peraltro, la carriera del giocatore ha poi confermato: «È stato un buonissimo calciatore, certo non un campione ma quelli sono pochi, è stato un difensore importante come dimostrato anche dalla sua carriera con la maglia della Nazionale. Soltanto che a Roma finì subito nel mirino della critica che lo bocciò in un attimo come purtroppo succede un po’ troppo spesso nella capitale». Una bocciatura a prescindere. E che, alla fine di quella stagione, portò la società giallorossa a non esercitare il diritto di riscatto a cinque milioni come da contratto firmato meno di dodici mesi prima. Astori non la prese bene. [..] Quel mancato riscatto non gli era andato giù: «Non me l’ha mai perdonato il fatto che non lo avevo riscattato per la Roma. Quando glielo dissi ci rimase malissimo. Gli spiegai anche che avevo provato a trattare con il Cagliari per il rinnovo del prestito, ma che non c’era stato niente da fare, il club sardo voleva solo la cessione e non ci fu modo di convincerlo per fare un nuovo prestito. Lui voleva rimanere in giallorosso e vide in me la causa della mancata conferma. Ce l’aveva con me. L’ho anche detto alla sua meravigliosa famiglia in occasione dei suoi funerali. Gli ho spiegato che in quel mondo del calcio che tutto amava il loro figlio, l’unico con cui ce l’aveva era il sottoscritto, Walter Sabatini. Non gliene ho mai fatto una colpa, ci mancherebbe, io tra l’altro Davide me lo sarei tenuto. Perché oltre che un ottimo giocatore, era un ragazzo per bene. Fosse rimasto, sono sicuro che avrebbe avuto il tempo e il modo per far ricredere anche una piazza esigente come quella giallorossa».
Fonte: il romanista