Stefano Sorrentino a Roma è venuto spesso, e qualche volta torna ancora, da turista, e si rifugia in un ristorante di pesce a due passi dal castello di Santa Severa. Stefano Sorrentino a Roma avrebbe voluto viverci e giocarci e un paio di volte, durante l’era Sensi e all’inizio di quella americana, sembrava davvero a un passo dal farlo. Patrik Schick, invece, a Roma non voleva venire: niente in contrario alla città e alla squadra, semplicemente aveva scelto la Juventus. (…) Oggi saranno tanti sugli spalti, circa 40 mila. In campo, invece, ci saranno Roma e Chievo ma ci saranno soprattutto loro due, Schick e Sorrentino. Probabilmente dall’inizio, perché il ceco dovrebbe giocare titolare, forse a partita in corso, sta di fatto che si ritroveranno dopo un girone, dopo quella partita d’andata che è stata la migliore del portiere in campionato e la peggiore dell’attaccante. Non tanto dal punto di vista tecnico, perché Schick fece anche un paio di buone cose, quanto dal punto di vista mentale: Sorrentino parò di tutto e di più e soprattutto con un salvataggio di piede impedì a Patrik di segnare il suo primo gol in campionato con la Roma. (…) D’altronde, secondo molti romanisti il portiere del Chievo «quando gioca contro la Roma ci mette sempre qualcosa in più». Lui ha sempre rispedito al mittente le accuse, sfociate a volte in vergognosi insulti via social. «Mi hanno persino minacciato di morte», ha denunciato dopo la gara d’andata di dicembre. (…) Nella sfida di oggi – come in quella di dicembre – c’è il confronto tra due generazioni e tra due caratteri, quello dell’esuberante Stefano e del glaciale Patrik che non potrebbero essere più diversi. Diverso è il modo in cui un girone fa sono usciti dal campo: uno euforico, l’altro a testa bassa. (…)
Fonte: gazzetta dello sport