(C. Mozzetti) – Ci vorranno mesi, al netto delle rassicurazioni il cui principale obiettivo è stato quello di sedare i fremiti politici della maggioranza in Campidoglio all’indomani dello scandalo giudiziario, il progetto per lo stadio della Roma a Tor di Valle resterà congelato e dunque sospeso per un tempo indefinito e indefinibile. Il Comune nel tentativo di placare lo scandalo ha promesso e garantito l’avvio (già dalla prossima settimana) di una due diligence, anticipata da Il Messaggero, per verificare che tutti gli atti amministrativi finora prodotti siano corretti. In questa procedura saranno coinvolti molti uffici e non solo quelli dell’Urbanistica: le indagini riguarderanno tanto le infrastrutture quanto le strategie per la viabilità. Per far questo l’amministrazione non ha calcolato pubblicamente un tempo limite. Lo hanno fatto ufficiosamente gli uffici comunali, indicando «almeno il 2019» come orizzonte per una eventuale variante urbanistica. Tanto che se tutto dovesse risultare legittimo, la posa della prima pietra non avverrebbe prima del 2022. Altro che stadio pronto per il campionato del 2020-21, come sognavano i privati.
L’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, ha lasciato intendere che nessuna delibera potrà approdare in aula Giulio Cesare entro l’estate. «Le cose si devono fare nel modo corretto, niente errori». Il che tradotto porterà il Comune a rivedere ogni singolo atto. Una verifica approfondita riguarderà l’intero piano traffico anche a fronte delle intercettazioni dei collaboratori di Parnasiche si scambiavano commenti preoccupanti sull’assenza del ponte di Traino e la congestione della viabilità che ne sarebbe seguita: «Sarà il caos», dice un uomo dell’imprenditore. «Tienitelo per te», la replica di Luca Caporilli, dirigente di Eurnova, finito agli arresti. Dovranno poi essere controllati anche i pareri licenziati da Daniele Leoni, il funzionario del dipartimento Urbanistica del Campidoglio, chiamato a prender parte alla conferenza dei servizi e ad esprimersi sui criteri di calcolo degli oneri per Parnasi. Leoni è indagato e, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto 1.500 euro tramite un bonifico effettuato dal gruppo dell’imprenditore romano alla fondazione Fiorentino Sullo a lui riferibile.
I TERRENI Come ha detto Pietro Calabrese, vicepresidente della Commissione Trasporti,«dopo quello che è accaduto crediamo che vada verificato se lo stesso rapporto fiduciario con la società di Parnasi sia ancora in piedi. È necessario avere certezza sulla piena titolarità dei terreni da portare al momento della firma della convenzione». Peccato che proprio questo tipo di verifica, sui terreni di Tor di Valle, fosse stato chiesto un anno fa dalla consigliera Cristina Grancio, la ribelle espulsa dal M5S per avere semplicemente ribadito la propria contrarietà all’operazione stadio (con annesso «Ecomostro»), mentre tutti i colleghi pentastellati si rimangiavano quanto detto nella campagna elettorale del 2016. «Ora chiedono una verifica sui terreni, davvero? Io lo dicevo da un anno, ma non mi hanno ascoltato, chissà chi aveva ragione»,commenta la Grancio, che giovedì in Consiglio comunale si è presa la sua rivincita guardando in faccia gli ex sodali di maggioranza e affermando: «Ora chiedetemi scusa». Nessuno dei grillini lo ha ancora fatto.
Fonte: il messaggero