(F. Ferrazza) – La Champions è stato uno dei principali motivi per cui lo scorso gennaio si è opposto con forza al trasferimento in Premier. E dalla Champions intende ripartire. « È stata una grande esperienza per tutti noi — ricorda Edin Dzeko — arrivare in semifinale non è mai facile, neanche per le grandi squadre, per le più abituate. Quella europea è la competizione più bella di tutte e vogliamo ripeterci, visto che abbiamo già provato sulla nostra pelle quanto sia bello » .L’attaccante bosniaco è ora in vacanza con la moglie Amra, un giro da soli (i figli sono rimasti nella capitale), prima in Giappone e poi a Dubai, con tanto di foto romantiche scattate davanti al tramonto del deserto. Ma ha le idee piuttosto chiare: ripartirà dalla Roma, punto fermo anche nella prossima stagione di Di Francesco. Pronto ad accogliere eventuali nuovi colleghi di reparto, vedi, su tutti, Justin Kluivert. Già durante l’annata appena trascorsa, Dzeko ha fatto da chioccia a un altro giovane in fase d’ambientamento, quel Patrik Schick che da subito ha visto in lui un amico e un punto di riferimento imprescindibile. Ora il numero 9 dovrà trasformarsi in uno scudo anche per quello che sembra ormai essere il prossimo arrivo in giallorosso. La trattativa per Kluivert junior con l’Ajax potrebbe trovare una conclusione a inizio della prossima settimana, anche se l’impressione è che adesso Monchi debba lavorare sulle cessioni, visto che Di Francesco vorrebbe anche Berardi. Sarebbero però a quel punto davvero troppi gli attaccanti e quindi inevitabile trattare il trasferimento di El Shaarawy e Perotti. Continua ad essere, invece, un punto interrogativo il rinnovo di Florenzi. Monchi ha incontrato il manager del ragazzo, Lucci, ma le parti sembrano essere ancora piuttosto lontane per quanto riguarda le cifre dell’ingaggio e le certezze tecniche che il giocatore chiede. Il contratto dell’esterno scadrà tra un anno e nessuna parte vuole cominciare la stagione senza aver risolto la questione. In un senso o nell’altro. La fumata resta grigia.
Fonte: la repubblica