(I. Cimmarusti) – La vendita del piano del Nuovo Stadio della Roma era «condizionata» a un’altra iniziativa immobiliare. Un «accordo» tra la venditrice Eurnova srl di Luca Parnasi e l’acquirente Dea Capital sgr(società di gestione risparmio), che prevedeva l’uso dei fondi previdenziali degli avvocati italiani. Una sorta di inganno in cui doveva cascare la Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense che – nelle mire dell’imprenditore – doveva diventare una sorta di«strumento» per favorire il suo business. L’operazione non va in porto. Ma nei documenti investigativi della Procura della Repubblica di Roma è illustrato l’innesco di questo fronte dell’indagine, che nella fase preliminare fa emergere un tentativo di forzare la mano sul presidente della Cassa forense – all’epoca dei fatti anche candidato alle elezioni politiche con Forza Italia – Nunzio Luciano, così daindurlo a usare i soldi previdenziali degli avvocati per acquistare l’Ecovillage di Marino (Roma). Si tratta di un progetto immobiliare – conferito in un fondo di investimento – che ad oggi si è rivelato poco remunerativo e di cui si voleva liberare Dea Capital. In questo modo Parnasi contava di chiudere l’affare in tempi celeri con la Sgr, così da indurla a comprare il progetto del Nuovo Stadio della Roma. «L’investimento nel fondo Ecovillage è stato visto dagli uffici della Cassa forense», spiega Enrico Cibati, responsabile degli investimenti della Cassa, «ma è stato ritenuto non in linea con le strategie dell’ente e quindi non è stato mai proposto per la discussione in comitato investimenti». Cibati, inoltre, precisa che la «Cassa forense non ha investito in nessuna iniziativadi società facenti capo al gruppo Parnasi».
LO SCAMBIO IMPRENDITORIALE – Stratega dell’operazione “Cassa forense” risulta essere il faccendiere Luigi Bisignani, noto per essere stato “ponte” di rapporti trasversali tra la prima e la seconda Repubblica e che – a quanto pare – tenta di muovere le sue pedine anche in questa terza Repubblica, come ha definito l’attuale legislatura il vice premier Luigi Di Mario. Gli inquirenti ritengono che Parnasi abbia tentato di convincere l’avvocato Luciano, «offrendogli – mediante l’apporto di Bisignani – un considerevole contributo alla campagna elettorale in cambio della sua disponibilità, nella veste di pubblico ufficiale, all’acquisto delle quote di Ecovillage». Il progetto immobiliare è stato promosso da Parsitalia, società del gruppo Parnasi, ma poi ceduto a Dea Capital. Un investimento non proprio ottimale perla Sgr, al punto che – per gli inquirenti – voleva in qualche modo liberarsene (vedi articoli nella pagina a fianco).
I 12 MILIARDI DEGLI AVVOCATI – Il 9 gennaio scorso il temaè alla base del discorso tra Parnasie Bisignani. Secondo l’imprenditore la «speculazione» a scapito del fondo previdenziale degli avvocati è «necessaria in quanto Dea Capital, per l’acquisto del progetto dello Stadio, ha imposto a Eurnova il riacquisto delle quote di Ecovillage». Parnasi dice a Bisignani: «lo sono molto amico di una persona che teoricamente per me è molto importante, che si chiama Nunzio Luciano. È il presidente della Cassa degli avvocati, parliamo della cassa più grande d’Italia, questo signore gestisce, per i prossimi tre anni e mezzo, una cifra prossima ai 12 miliardi di euro! Ed è una persona che da sempre è molto vicina a Forza Italia». Parnasi spiega che «Nunzio Luciano, come Cassa, potrebbe ricomprarsi questo fondo (il riferimento all’Ecovillage, ndr) e darmi 20-30-40 milioni cassa! Tra due mesi!». A marzo Parnasi ne parla direttamente con Luciano. Questi, scrivono gli inquirenti, «sembra accettare la proposta» dell’imprenditore che, «per convincerlo consiglia allo stesso di sfruttare i rimanenti anni nell’incarico di presidente della Cassa, così da salvaguardare i propri interessi anche nel periodo successivo». Tuttavia l’operazione “Ecovillage” non passa. Gli uffici della Cassa forense analizzano la proposta ma, come dice Cibati, «è stata ritenuta non in linea con le strategie dell’ente».
Fonte: plus 24