(F. Pasqualetti) – Le sirene dell’operazione di Mafia Capitale ancora riecheggiano sul Campidoglio. Ma a Roma il fenomeno della corruzione è tutt’altro che debellato. Anzi, si è evoluto. E a raggiunto un nuovo stadio. Quello della Roma. Ed è proprio per l’avveniristico – almeno sulla carta – impianto di Tor di Valle che ieri sono state arrestate 9 persone.
GLI INDAGATI – Dietro le sbarre dopo il blitz dei Carabinieri di ieri all’alba sono finiti il costruttore della casa dei giallorossi, Luca Parnasi e cinque suoi collaboratori: Luca Caporilli, Simone Contasta, Nabor Zaffiri, Gianluca Talone, Giulio Mangosi. Mentre ai domicilari sono finiti il vicepresidente del Consiglio Regionale, Adriano Palozzi (Fi), l’ex assessore regionale Pier Michele Civita (Pd) e Luca Lanzalone (definito da Parnasi come «il nostro Wolf» ovvero il personaggio di Pulp Fiction interpretato da Harvey Keitel che risolveva problemi). Lanzalone aveva seguito, in veste di consulente per M5S, il dossier sulla struttura e la riduzione di cubature dell’ecomostro di cui faceva parte lo stadio.
L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione. Reati per cui sono finiti nel registro degli indagati in tutto 27 soggetti. Tra questi c’è anche il capogruppo M5S in Campidoglio Paolo Ferrara (che si è autosospeso) che nei primi mesi del 2017 aveva partecipato alla trattativa con il gruppo Parnasi per la modifica della prima stesura del progetto e il capogruppo di Forza Italia in Campidoglio Davide Bordoni che hab twittato: «Ho piena fiducia nella Magistratura. Sono sicuro che verrà confermata la mia totale estraneità ai fatti».
L’INCHIESTA – Dalle carte processuali escono fuori i presunti scandali. Come promesse di consulenze per 100 mila euro a Lanzalone, vicinissimo alla sindaca Virginia Raggi. Parnasi gli aveva anche garantito il suo aiuto nella ricerca di una casa e di uno studio a Roma. All’ex assessore regionale del Pd, Michele Civita, in cambio dell’asservimento della sua funzione, il gruppo di Parnasiaveva promesso l’assunzione del figlio in una delle società. Per l’attuale vicepresidente della Consiglio Regionale, Adriano Palozzi, Parnasi avrebbe erogato fatture per operazioni inesistenti pari a 25 mila euro. Infine l’attuale capogruppo M5S, Paolo Ferrara, avrebbe ottenuto da Parnasi un progetto per il restyling del lungomare di Ostia. E nel faldone della procura ci sarebbero anche «250mila euro destinati alla Lega». Dall’operazione stadio emerge la stessa Roma di Mafia Capitale, dove la corruzione va di pari passo alla politica.