(F. Rossi) – Un posto di lavoro per il figlio di Michele Civita, che Luca Parnasiavrebbe promesso all’ex assessore regionale alle politiche del territorio e alla mobilità, in cambio di «interventi volti a sollecitare la rapida chiusura» in favore della società di Parnasi «della conferenza di servizi per l’approvazione del medesimo progetto) ed in genere per l’asservimento della funzione agli interessi del Parnasi e del gruppo imprenditoriale a lui riconducibile in violazione dei doveri istituzionali di imparzialità e correttezza». È questa l’imputazione ipotizzata, per l’attuale consigliere regionale del Pd finito agli arresti domiciliari, nell’ordinanza del giudice delle indagini preliminari Maria Paola Tomaselli. Nelle intercettazioni citate nel provvedimento del Tribunale di Roma è contenuto un dialogo tra Civita e Parnasi. «Io ti voglio chiedere una cortesia per mio figlio? Tu me l’avevi detto no – avrebbe detto l’ex assessore – Allora ovviamente per ragioni di opportunità nulla che riguarda le tue società. Ovviamente. Però tu mi avevi detto con qualcuno? Lui è laureato in Economia. Se ti mando il curriculum?». La conversazione con l’imprenditore è intercettata dagli inquirenti in un bar della Capitale. «No, non mandarmi il curriculum mandami la mail, il numero e la mail» gli avrebbe risposto Parnasi. «Anche la cosa più umile? All’inizio? Più è umile all’inizio e meglio è» avrebbe risposto Civita. «Non ti preoccupare. Ci penso io», lo avrebbe rassicurato Parnasi.
L’INCONTRO – Il rapporto tra Civita e Parnasi, secondo il Gip, «si colloca nell’ambito delle procedure autorizzative del progetto dello stadio della Roma, con la presentazione del progetto e la successiva apertura della Conferenza di servizi decisoria, indetta dalla Direzione regionale Territorio, Urbanistica e Mobilità». In una conversazione con i suoi collaboratori, lo scorso 8 agosto, Parnasidice che il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni (non coinvolto nell’inchiesta), «è appena uscito dalla Regione e quello che è emerso è che domani la Regione scriverà una lettera (a Eurnova) chiedendogli di mettere a posto i progetti entro la prima data possibile e a far parte da quel momento convocheranno un’unica conferenza di servizio e chiudere il processo un minuto dopo aver ricevuto l’ok da parte della V.I.A. regionale». La questione delle infrastrutture necessarie per il nuovo stadio viene affrontata lo scorso 4 dicembre, il giorno precedente alla chiusura della Conferenza dei servizi. In una conversazione tra Baldissoni e Simone Contasta, collaboratore di Parnasi e dirigente di Eurnova, il dirigente giallorosso sostiene che Civita gli avrebbe detto «domani sarà un grande giorno per la Roma e poi che la loro intenzione è chiudere prima delle 19». Alle 18,30, aggiunge, «Civita andrà dai giornalisti per dire che i lavori chiudono positivamente e poi, subito dopo Zingaretti farà un comunicato stampa». Il problema principale, però, sembra essere il nuovo ponte sul Tevere. Baldissoni sostiene che Civita gli avrebbe riferito che «dirà che secondo loro il ponte è necessario solo se qualcuno lo chiederà, specificando però che gli altri enti non lo chiedono». Dalle varie conversazioni intercettate, scrive il Gip, emergerebbe «la sussistenza di una constante relazione» tra Civita e il gruppo Parnasi, «che consente a quest’ ultimo non solo di essere aggiornato in tempo reale rispetto all’evoluzione del complesso iter di approvazione del progetto dello stadio, ma anche di essere in grado di operare tempestivamente, ancor prima di qualsivoglia comunicazione ufficiale, quegli aggiustamenti ed adeguamenti necessari per la buona riuscita del progetto». Peraltro il ruolo di referente di Civita «è permanente e si manifesta anche dopo la chiusura della conferenza dei servizi in occasione del sorgere di ulteriori problematiche connesse al progetto del nuovo stadio».