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Roma, sullo stadio tutti contro tutti. Lanzalone: “Non me ne sono occupato”

(F. Salvatore / G. Scarpa) – Tutti lo indicano come la longa manus all’interno della pubblica amministrazione per il dossier stadio. Richiesto da Virginia Raggi, per sua stessa ammissione, «a Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede», responsabili del M5s per gli enti locali, e incaricato ufficialmente da lei stessa, seppur non sia stata formalizzata la sua investitura dall’avvocatura. Indicato dal direttore generale della Roma Mauro Baldissoni come interfaccia del Comune, «praticamente fino al momento in cui è stato arrestato».

Eppure Luca Lanzalone, «premiato al vertice dell’Acea», come riferito dal ministro Luigi Di Maio, smentisce ogni coinvolgimento nel progetto per il nuovo stadio della Roma. «Io alla vicenda stadio non ho mai partecipato», ha raccontato nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Maria Paola Tomaselli. Zero ammissioni, dunque. L’avvocato genovese lo scorso 15 giugno si è limitato a specificare i suoi compensi, «guadagno 14 mila euro al mese, 144 mila euro li percepisco da presidente Acea e 20mila da cariche societarie», ma ha aggiunto di non aver fatto parte di quella partita. Non era un pubblico ufficiale, a suo dire, sebbene a lui il costruttore Luca Parnasi, arrestato per associazione per delinquere, si rivolgeva, offrendogli in cambio consulenze fino a 100mila euro. Secondo gli inquirenti proprio per traghettare il progetto stadio in un porto sicuro.

È stata proprio la sindaca, sentita dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Barbara Zuin, all’indomani degli arresti, a specificare il compito di «consulenza giuridica di Lanzalone» nello stadio, dopo che la giunta a 5 stelle aveva deciso di portare avanti il progetto perché ci sarebbero stati «obblighi risarcitori se fosse stato fermato».

La sua testimonianza è fra le carte depositate ieri al tribunale del Riesame: «Chiamato per dare ausilio sotto un profilo giuridico al Campidoglio – ha spiegato l’inquilina del Campidoglio – poiché la sua presenza era sempre più assidua, tra febbraio e marzo 2017, proposi di formalizzare l’accordo con un incarico di consulenza. Lanzalone mi inviò un documento, che conteneva un conferimento anche per le partecipate. Girai detto documento all’avvocatura che mi segnalò che non poteva essere conferito perché era ormai un fatto noto che Lanzalone collaborava con noi».

Problemi formali insuperabili in Comune, nemmeno con un incarico gratuito, a detta della sindaca. «Non avevo altre strade ma l’affiancamento è continuato, benché con minore intensità» ha aggiunto, «Lanzalone ha partecipato alle riunioni politiche con me e gli assessori ma non credo abbia partecipato alle riunioni tecniche».

Un punto, quello delle riunioni tecniche, su cui Baldissoni ha invece precisato a verbale ai pm: «Lanzalone ha partecipato a due tre riunioni con Eurnova e l’As Roma, nelle quali si discuteva del dossier stadio. Non molte», ha chiosato. «Il mese scorso gli ho chiesto di organizzare una riunione, che si è tenuta nello studio del dg del Campidoglio Franco Giampaoletti, nella quale è venuto, è stato una mezzoretta, si è messo in un’altra stanza a telefonare e poi è andato via». Lo scorso maggio, quindi. Sebbene la conferenza dei servizi fosse finita da un pezzo e lui avrebbe dovuto occuparsi solamente di Acea. «Guidava la delegazione del Comune per la ridefinizione delle cubature – ha spiegato il dirigente della Roma – una procedura durata fino al febbraio 2017. Evidentemente sono rimaste una serie di questioni tecniche che sono state sviluppate e trattate ancora oggi».

La presenza dell’avvocato genovese, al tavolo con i funzionari del Comune e quelli di Eurnova per le riunioni tecniche, è stata invece smentita dal direttore generale del Campidoglio Giampaoletti: «A mia conoscenza no. Né i suoi collaboratori. Altrimenti me lo avrebbero riferito». Il dirigente, ad ogni modo, sarà sentito nuovamente in procura. Oggi stesso sarà chiamato a puntualizzare le informazioni già rese. Ieri, invece, è stato il turno di Luca Caporilli, consulente di Eurnova ed ex dipendente di Parsitalia. Il geometra, arrestato mercoledì scorso, è stato sentito per ore dai pubblici ministeri: «Al tavolo per la modifica del progetto dello stadio della Roma era l’avvocato Lanzalone a rappresentare il Campidoglio», ha raccontato al gip.

Fonte: La Repubblica

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