(G. Scarpa) – «Mica è contro de noi! Basta che lui rimane là, perché se se ne va… » . Il gruppo Parnasi era terrorizzato dall’idea che Francesco Prosperetti, titolare della Soprintendenza archeologia di Roma, potesse essere rimosso dal suo incarico. Troppo importante l’apporto che l’uomo avrebbe dato — per la procura — per la realizzazione dello stadio. E così, alla fine, anche Prosperetti è stato iscritto nel registro degli indagati nella maxi inchiesta “Rinascimento”, sul giro di tangenti e “utilità varie” promesse dal costruttore Luca Parnasi per la costruzione del nuovo impianto del club giallorosso. L’intervento del soprintendente era stato determinante per l’archiviazione della richiesta di vincolo sulle tribune dell’ippodromo di Tor di Valle, realizzate alla fine degli anni ’ 50 dall’architetto Julio Lafuente e richiesto dalla predecessora di Prosperetti, Margherita Eichberg. Dalle carte firmate dal gip Maria Paola Tomaselli, emerge come la figura dell’alto dirigente — che in passato ha ricoperto simili ruoli a Salerno, in Calabria, nel Lazio per poi approdare nella Capitale — si sia rivelata determinante affinché si potesse proseguire con la conferenza dei servizi, bloccata proprio dal vincolo.
Per “agganciare” Prosperetti, Parnasi si rivolge all’avvocato Claudio Santini — finito agli arresti domiciliari per aver incassato dal costruttore 53.440 euro — ex capo di gabinetto al Mibact durante il sottosegretariato del forzista Francesco Giro (fino al 2011). Santini lavora di concerto con uno dei dirigente di Eurnova, Luca Caporilli, e con l’architetto Paolo Desideri ( non risulta indagato), socio e procuratore della Abdr Architetti Associati. Proprio la Abdr è lo studio per il quale lavora Beatrice Prosperetti, figlia del soprintendente.
E proprio i figli sembrano giocare un ruolo centrale nella vita del soprintendente. Talmente importante che l’uomo utilizza il potere che deriva dal suo incarico per trovargli un lavoro. Lo scrivono i carabinieri di via in Selci in una nota inviata in procura: «Prosperetti riferisce alla moglie, dipendente del Mibact, che quello stesso giorno ( 18 ottobre 2017, ndr) ha incontrato Gianfilippo Lucatello, al quale dopo aver assegnato, nella sua funzione di soprintendente, un incarico professionale, ha chiesto di affidare una consulenza o un lavoro al figlio Leonardo».
Tra l’altro l’assunzione in qualche azienda — come metodo per corrompere da parte di Parnasi — gioca un ruolo centrale nell’inchiesta coordinata dal pm Barbara Zuin. A Michele Civita, consigliere regionale Pd ed ex assessore della giunta Zingaretti con delega all’Urbanistica, sarebbe stato promesso un impiego per il figlio in una delle società riconducibili al costruttore. Un metodo simile è stato utilizzato con il grillino Giampaolo Gola assessore allo sport al X municipio, sedotto da Parnasi con la possibilità di essere assunto nell’As Roma. Infine, nell’informativa si scopre che il costruttore si è dato da fare anche per il fidanzato della figlia del numero uno del Coni. Giovanni Malagò (che non figura tra gli indagati) avrebbe chiesto a Parnasi di «trovare — si legge nell’informativa — una possibile intesa professionale».
Fonte: La Repubblica