(S. Canettieri) – E’ tutto contenuto in poche e cortesi righe. Il «no» dell’Avvocatura capitolina a Luca Lanzalone è ben stampato in un foglio che ora è sotto chiave. E che potrebbe diventare un tassello importante dell’inchiesta. Si tratta del carteggio – via mail – tra l’allora super consulente della sindaca Raggie l’ufficio legale del Comune. Nel testo, indirizzato al dirigente Carlo Sportelli, l’ex presidente di Acea scrisse, in poche parole che, «a seguito degli accordi intercorsi ti invio il mio curriculum per il conferimento dell’incarico come consulente». La partita in ballo era quella dello stadio della Roma.
La risposta del numero uno dell’ufficio legale fu però netta: no, grazie, ci dispiace, ma non si può fare. In quanto, è il sunto della replica partita da Palazzo Senatorio, gli uffici del Comune già dispongono di queste professionalità al loro interno. Lo scambio tra i due è del febbraio 2017. E indica due cose: la grande sicurezza di Lanzalone nel muoversi tra gli uffici del Campidoglio e la fretta che ha di ottenere questo incarico. In effetti, in quelle settimane, il Pd si interroga, e molto, sulla figura di questo avvocato di Genova. E soprattutto le opposizioni vogliono sapere a quale titolo sia presente a tutti gli incontri tecnici. Dando anche del «tu» a una serie di dirigenti capitolini.
LA RISPOSTA – La sindaca Virginia Raggi è la prima a spingere per questa soluzione, che però non va in porto, tanto che due settimane dopo incalzata in Aula Giulio Cesare dalla capogruppo del Pd Michela Di Biase dice: «L’avvocato Luca Lanzalone il 10 febbraio ha depositato una comunicazione con la quale veniva da me incaricato di seguire alcune vicende in particolare quella della società Eurnova e quindi dello stadio. E specificava che questa collaborazione si sarebbe formalizzata mediante un accordo con l’assessore all’Urbanistica, che però poi si è dimesso, quindi non ha potuto trovare formalizzazione. La troverà a breve appena il nuovo assessore, i cui atti saranno formalizzati nelle prossime ore o direttamente domani, procederà a questa formalizzazione».
LA TENSIONE – Alla fine però nemmeno questa operazione ci sarà. Tanto che dopo il no dell’Avvocatura, Raggi prova a trovare un’altra formula per inquadrare il suo mister Wolf, trovando mille difficoltà. Di Biase dai banchi dell’opposizione commentò così la vicenda: «La sindaca non risponde, anzi nel suo intervento chiarisce che non c’è alcun incarico formale per l’avvocato Lanzalone ma una semplice comunicazione da lui indirizzata alla sindaca. Si tratta di una vicenda poco trasparente».
Contattato da Il Messaggero il capo dell’Avvocatura capitolina Carlo Sportelli dice «di non voler commentare la vicenda».
Fonte: il messaggero