Le parole di Simone Beccaccioli, ormai noto video analyst della Roma e personaggio molto apprezzato all’interno dello staff giallorosso:
Spiegaci in cosa consiste il tuo lavoro?
“Dipende dall’allenatore con cui si lavora. Di Francesco punta ad avere informazioni sull’avversario e sui dati delle nostre partite, tutto ciò che si può rivedere in video. Io punto alle informazioni statistiche per sviluppare gli allenamenti giusti. Si possono ricavare tante informazioni, io le devo scremare. Con Di Francesco il lavoro è appagante, è un tecnico curioso e mi chiede di tutto, anche sulle vicende di mercato”.
I video sono la base, poi si sviluppa tutto il resto.
“Si ormai sono alla base di tutto e prendono importanza sia perché sono strumenti efficaci e poi perché una squadra come la Roma deve lavorare su tutti i fronti durante la giornata, quindi l’analisi-video diventa una sorta di allenamento, soprattutto quando i giocatori sono chiamati a riguardare le loro azioni. Una volta c’era la lavagna, ora usiamo strumenti evoluti”.
Come si diventa video analyst?
“Con passione per il calcio, con le conoscenze e lo studio sull’informatica. Prima eravamo pochi, oggi c’è grande concorrenza perché il calcio è in evoluzione. Io ho giocato a calcio un pochino e questo può aiutare”.
Il tuo lavoro come funziona nel quotidiano?
“Non è tangibile nell’immediato, si fa un’analisi in base alle richieste del mister. Devo proporre cose in linea al lavoro sul campo, si parla sul suo tipo di progetto e visione, ormai c’è fiducia tra noi. Io non facevo parte del gruppo, ma ora sono parte del suo staff. Lui è molto ambizioso e acculturato, conosce il calcio per tutte le categorie, questo aiuta molto anche me”.
Cosa è successo tra te e Kolarov prima di Roma-Qarabag?
“Loro avevano schierato un giocatore che non ci aspettavamo potesse giocare. Dove puoi prendere vantaggi è meglio prenderne: lui era li e faceva stretching e ne abbiamo approfittato per parlarne. La disponibilità di Kolarov mi ha permesso di fare questa cosa su indicazione del mister”.
Il rapporto con Monchi?
“Parliamo spesso, c’è fiducia, approccia a me come qualcuno che ci capisce e questo mi fa piacere”.
Un commento al Mondiale? Troppi gol su calcio piazzato?
“Non è mai indicativo per novità tattiche e sistemi di gioco, la fisicità dei giocatori è sempre più importante, si da un grande impatto sulla prepotenza fisica e dunque si sente sui calci piazzati. Tutto molto affascinante, ma sono andate avanti squadre con più fisicità come la Svezia o l’Inghilterra. La Croazia è un ibrido, ha qualità ma anche tanta capacità atletica, vedi Modric”.
Fonte: Roma Radio