(L. Loiacono) – Non c’è più tempo per Campo Testaccio: le radici degli arbusti, che crescono incolti da anni, stanno divorando anche i resti archeologici. Più passa il tempo, quindi, e maggiori saranno i costi per bonificare tutta l’area. Quel che una volta era un campo di gioco, dove la AS Roma ha mosso i primi passi intorno agli anni 30, oggi è ridotto a una sorta di boscaglia dove le erbacce ormai sono veri e propri alberi che stanno coprendo tutto.
Coprono anche la gloria cantata nell’inno della Roma intitolato proprio a quel campo nato nel cuore dello storico Rione. Il Campidoglio, da mesi annuncia bonifiche e interventi per riqualificare e ripristinare il campo. Ma per ora tutto tace. Un primo intervento, per il quale l’Ama ha già effettuato un sopralluogo, dovrebbe togliere tutta l’erba cresciuta nell’area e permettere alle associazioni di quartiere di intervenire per prendere possesso dell’area. Prima che lo facciano altri. Da anni infatti gli spogliatoi del campo sono teatro di accampamenti abusivi: «Le associazioni di quartiere, tramite le adozioni territoriali, possono portare spiega l’assessore Municipale allo sport, Monteverde – panchine e altalene che, oltre a riconsegnare l’area ai residenti, bloccherebbero eventuali nuove occupazioni. Ma non riusciamo ad ottenere neanche una prima bonifica, promessa a inizio giugno dal Campidoglio. L’ultima commissione ne ha discusso 16 giorni fa, poi niente. Intanto però le radici crescono e si stanno impossessando dei resti archeologici presenti sotto al campo, quanto costerà mettere tutto in sicurezza?».
Testaccio, del resto, è piena dei suoi cocci e vanno tutelati. «Nel periodo estivo denuncia Alessandro Cochi, responsabile dello sport per Fratelli d’Italia di Roma e del Lazio – esiste anche un forte rischio incendi. In passato purtroppo ce ne sono stati altri ed hanno messo in pericolo l’intera aerea. Per il ripristino del campo dobbiamo aspettare il bando, quando mai arriverà, ma per la bonifica non serve: si può partire anche domani. Quanto ancora i testaccini e tutti i romani devono aspettare?».
Fonte: leggo