Daniele De Rossi, centrocampista e capitano della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni sugli obiettivi del club giallorosso in vista della prossima stagione. Queste le sue parole:
Lo scorso anno eri un po’ titubante considerati tutti i nuovi arrivi. Adesso ti senti più fiducioso?
Sì, ho abbastanza fiducia nella squadra e nell’allenatore. È il suo secondo anno e tutto sarà probabilmente più semplice perché non deve cominciare dall’inizio. Può contare su un gruppo di base già collaudato, che sa cosa lui vuole dalla squadra. Anche per i giocatori più giovani sarà più facile l’inserimento.
Di Francesco ti ha impressionato come allenatore?
Sì, e lo conoscevo da molto tempo. La prima volta che l’ho incontrato avevo 18 anni e già era così. Da allenatore vuole puntare al massimo, proprio come quando era un calciatore. È un lavoro differente, pieno di pressioni, ma lui ha una mentalità vincente e sta provando a trasferirla alla squadra.
La cavalcata in Champions dello scorso anno ha creato un’atmosfera elettrizzante per la città…
L’anno scorso abbiamo mostrato al mondo cosa possono fare una città e una squadra come la nostra. Abbiamo fatto qualcosa di incredibile, grazie probabilmente al nostro talento, alla nostra organizzazione e alla fiducia dei tifosi. Tutto è andato alla grande e abbiamo ritrovato passo dopo passo il rapporto con i nostri tifosi, molto più che in passato.
Tutto questo ha creato aspettative più alte?
Sono 18 anni che provo e spero di portare qualche cosa alla Roma. Qualcosa di molto facile da dire ma molto difficile da fare. Proveremo a fare qualcosa di incredibile perché le squadre che lo scorso anno sono arrivate prima e seconda sono migliorate. La Juve ha preso uno dei giocatori migliori della storia, stanno provando di creare una squadra ancora più forte e noi cerchiamo di fare lo stesso. Nel calcio niente è scritto, lo abbiamo visto anche nel Mondiale, dove le cose sono andate diversamente da come ci si aspettava prima di alcune partite.
Questo è il secondo anno di Di Francesco. Potremmo vedere diverse tipologie di approcci alla gara e tattici?
Il tempo può aiutare la squadra a capirsi meglio. Stiamo provando a diventare più equilibrati, un traguardo che si ottiene con l’esperienza. Non partiamo dalla semifinale di Champions o dl terzo posto, si inizia tutti a zero punti, come il Cagliari o la Juventus.
Hai parlato del Mondiale, guardarlo da casa è stato qualcosa di nuovo sia per te che per l’Italia.
È stato un torneo strano perché molte squadre che pensavamo potessero arrivare in fondo non lo hanno fatto. Questo perché il mondo sta crescendo nel modo di studiare e giocare a calcio. Perfino le squadre più piccole. Non è come 15 o 20 anni fa in cui potevi incontrare il Panama e il Costa Rica e segnare 10 gol. Le squadre sono diventate più intelligenti perché tutti guardano tanto calcio, anche gli allenatori sono più intelligenti.
C’è speranza per gli Usa?
(Ride, ndr) Non è facile ma io non posso parlare perché ero nello stesso posto degli Stati Uniti, dalla parte sbagliata della tv a guardare tristemente la Coppa del Mondo.
Fonte: nbcsports