Aleksander Ceferin, presidente della Uefa, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sportivo. Il numero uno del calcio europeo ha parlato della situazione stadi in Italia, della Serie A e dell’introduzione della VAR in Champions League. Queste le sue parole:
Dopo essere stato utilizzato durante il Campionato del Mondo, il Var è pronto per essere Introdotto nella Champions League?
«Il sistema Var ha funzionato bene in Russia e adesso sarà difficile tornare indietro. Ciò nonostante, ci sono ancora alcuni aspetti della procedura che non sono chiari e che dobbiamo risolvere, ad esempio riguardo alle circostanze nelle quali far intervenire il Video Assistant Referee. Non c’è dubbio che lo useremo prima o poi anche nelle competizioni Uefa, ma la questione non pub essere ridotta a un “Ok, sembra che nella Coppa del Mondo abbia funzionato bene, facciamolo in un torneo che coinvolge l’intera confederazione”. Per fare un piccolo esempio delle difficoltà logistiche: è necessario trovare un fornitore e formare gli arbitri in Europa. Può essere fatto, sarà fatto, ma c’è bisogno di più tempo”.
I due club italiani si sono sentiti penalizzati durante la scorsa edizione della Champions League. Solo vittimismo o qualcosa è andato storto?
«Non voglio cerco commentare la correttezza o meno di una specifica decisione. Il Presidente della Uefa non deve discutere di queste decisioni o cercare di trarre conclusioni. Certo, meno polemiche ci sono e più sono felice Non dimentichiamo però che i due club italiani hanno avuto un grande successo lo scorso anno ed è stato bello tornare a vedere l’AS Roma disputare le semifinali della Champions League dopo oltre trent’anni».
Ritiene che il calcio europeo si stia muovendo verso la creazione di una superlega? Cosa pensa delle Iniziative dell’Eca e del suo nuovo presidente, Andrea Agnelli?
«Andrea è un bravo uomo di calcio e la sua famiglia ha un legame storico con questo sport. L’Eca ha oggi due membri a pieno titolo nel Comitato Esecutivo della Uefa, una misura che ho voluto introdurre nello spirito di collaborazione tra la Uefa e le sue controparti.
Allo stesso modo, i campionati europei hanno adesso un membro a pieno titolo nel Comitato Esecutivo.
«Le superleghe sono buone per i titoli di giornale, ma non hanno fondamenti reali. Tra oggi e il 2024 non cambierà nulla per quanto riguarda il formato della Champions League e i club sono stati una parte attiva in queste decisioni. La Uefa è sempre stata contraria a una superlega e continuerà a esserlo».
Quali sono, a suo patere, i problemi principali del calcio Italiano?
«Non sono il primo ad affermare che Italia ha un problema di infrastrutture che le impediscono di ospitare le maggiori competizioni. I giovani giocatori hanno bisogno delle condizioni giuste per essere invogliati a giocare a caldo. Forse lo shock per la mancata qualificazione al Mondiale potrebbe rivelarsi un elemento positivo, perché i club avranno bisogno di aiuto da parte del Governo. L’ Italia ha un’innata passione per il calcio e una storia di grandi successi, ma le infrastrutture sono la chiave per lo sviluppo del gioco. Pertanto, ritengo che questa sia la sfida principale».
Ha visto qualche progetto di rinnovamento? Potrebbe risultare utile al calcio europeo?
«Ci sono stati alcuni progetti, come la ristrutturazione dello stadio di Udine, che sarà utilizzato durante il Campionato Europeo Under 21 del prossimo arino. L’Italia è molto importante per il calcio europeo e delle migliori infrastrutture in Italia rappresenterebbero sicuramente una buona notizia per lo sviluppo del caldo nell’intero continente. Il livello della Serie A è cresciuto molto negli ultimi anni. I club sono diventati più concorrenziali nelle competizioni Uefa e il calcio italiano ha imboccato la strada per tosare a essere famoso, non solo in Europa, ma anche in altri mercati del mondo».
Fonte: corriere dello sport