Massimiliano Irrati, specialista al Var sia nel nostro campionato (16 presenze in Var room l’anno passato) sia nel mondiale di Russia conclusosi meno di un mese fa, ha rilasciato queste dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport sull’importanza della nuova tecnologia in campo ma anche sull’arbitraggio in generale, partendo appunto dalla recente esperienza al campionato del mondo: “Ho salvato Pitana in finale? Ma il Var serve proprio a questo, il calcio a ritmi frenetici di oggi impedisce agli arbitri di vedere tutto. E poi, sfatiamo un mito: i direttori di gara non sono dei piccoli dittatori come succedeva un tempo, oggi l’obiettivo fondamentale di un arbitro è mantenere il posto. E, a certi livelli, mantenere il posto è possibile solo limitando al massimi gli errori».
Queste poi le sue parole sulla decisione della Fifa di scegliere l’Italia come punto di riferimento mondiale per il Var: «È stata una felice intuizione delle nostre istituzioni: la Fifa ha riposto fiducia nella nostra preparazione, e noi l’abbiamo ripagata. Il Var garantisce giustizia. Inoltre, ha praticamente cancellato le proteste dei calciatori. Avete visto i dati dei cartellini per proteste?».
Inoltre Irrati è d’accordo sulle immagini Var trasmesse negli stadi grazie ai maxischermi: «Giusto, cosicché i tifosi si rendano subito conto di quanto è appena successo».
E ancora, cerca ancora di sfatare il mito della sudditanza psicologica: «Per noi tutti i calciatori sono uguali, e anche tutte le squadre. Sono passati molti anni da certi fatti. Dall’anno prossimo il Var sarà ancora più circoscritto, potremo utilizzarlo solo per gli episodi netti. Ma siamo intelligenti, non dobbiamo aprire troppo il campo. L’obiettivo del Var è evitare il grande errore».