(A. Fontanarosa) – I tifosi di Lazio e Napoli – che hanno visto a singhiozzo la partita di sabato sera – sono stati traditi da Dazn. La tv via web di passaporto inglese fallisce alla gara più attesa qui in Italia come in Germania nel 2016, come in Giappone e Canada l’anno scorso. I tifosi sono stati traditi, poi, dalla rete Internet nazionale. Imperfetta, arretrata, perfino nelle grandi città. E ci ha messo lo zampino anche l’estate. Le centinaia di famiglie che sono in vacanza a Roccaraso (in Abruzzo), a Diamante ( in Calabria), a Gaeta nel Lazio – mete abituali del turismo napoletano – hanno generato una domanda di dati che le tre piccole località non hanno mai conosciuto nella loro storia. Questi piccoli centri – come decine di altri nel Paese – non sono strutturalmente in grado di reggere un traffico Internet grande come sabato. Il gruppo inglese Perform – proprietario di Dazn – nella sua storia ha proposto più di 19 mila gare in diretta. Dazn, a sua volta, trasmissioni live per 20 milioni di ore. Questa è gente esperta di Internet, autostrada dei suoi programmi. Perform però è anche zavorrata da un indebitamento altissimo ( 787,7 milioni di sterline al 31 marzo). Per questo Perform e la controllata Dazn – dopo aver speso 193 milioni di euro per il calcio italiano – ora hanno il fiato corto quando si tratta di investire nella produzione tecnica delle partite. Dazn sa bene che la rete italiana zoppica. Mentre le società di Internet sbandierano coperture eccezionali, il Garante per le Comunicazioni ( l’AgCom) ha accertato che appena una famiglia ogni dieci ha una connessione con velocità massima da un Giga al secondo (Repubblica lo ha scritto il 13 luglio). La soluzione tecnica alle trappole della rete esiste e si chiama Cdn, che sta per “content delivery network”. In sostanza, le tv via web sono solite comprare una capacità di trasmissione aggiuntiva per avvicinare i contenuti (cioè le partite) alle case degli sportivi. Ma questa capacità aggiuntiva venduta dalle società di Internet, anche da colossi come Amazon lungo i Cdn – ha prezzi proibitivi. Dazn ha puntato su questa soluzione ma – fa sapere – «uno dei canali Cdn sabato ha dato problemi» . Problemi che ieri invece sarebbero stati risolti. Ma anche all’estero non è filato tutto liscio. Come in Germania, a settembre 2016, quando la trasmissione del derby inglese tra Manchester United e City fu una mezza catastrofe. Tanto che Dazn prolungò di una settimana il mese gratuito offerto ai clienti. Come in Giappone ( Gamba Osaka contro Ventforet Kofu, a febbraio 2017) che fece infuriare gli appassionati nipponici della J- League. Un’altra cattiva figura in Canada, a ottobre 2017, con le gare della Nfl.
Contro Dazn, in Italia hanno giocato anche circostanze particolari. Lazio- Napoli è una partita di richiamo. Il 20 settembre del 2017 venne seguita da oltre 574 mila spettatori tra Sky e Premium ( in un turno serale di mercoledì con otto gare su dieci in contemporanea). Il mese di prova gratuito, che Dazn propone anche qui da noi, ha spinto decine di migliaia di tifosi ad abbonarsi per sperimentare il servizio. Tanti fra loro hanno cercato di vedere Lazio-Napoli e Sassuolo- Inter ( ieri sera) da piccoli borghi turistici con una capienza Internet piccola o piccolissima. E poi c’il marketing. All’estero, spesso Dazn è stata definita la “Netflix del calcio”. Il problema è che Netflix, quella funziona bene perfino in Italia. Intanto le sue fiction sono più “leggere” perché non sono in diretta. Soprattutto Netflix può adattare la qualità delle immagini alla capacità di banda di ogni singolo abbonato con la tecnica dell’adaptive streaming. Cavalcare il paragone con Netflix sarebbe un autogol.
Fonte: La Repubblica