Se i calciatori ormai sono aziende individuali, si può essere felici tutti insieme? Domanda non peregrina quando, in una Roma piena di gioia dopo il successo contro il Torino, tutti sanno che l’acquisto vetrina dell’estate – Javier Pastore – stenta ad inserirsi nei meccanismi di un centrocampo degno di un orologiaio. «Può fare meglio», ha detto Di Francesco. (…) Ma torniamo a Pastore. A raccontarlo meglio è Delio Rossi, il primo allenatore che l’argentino ha avuto in Italia, al Palermo. «Javier è un bravo ragazzo, semplice, pulito – racconta –. Uno innamorato del calcio. Voleva sempre avere la palla tra i piedi, andarsela a prendere dietro e portarla agli attaccanti. Secondo me ha quella potenza fisica che gli consente di fare bene anche la mezzala. Certo, ha bisogno di essere coccolato, deve sentirsi importante altrimenti tende a strafare per cercare importanza. Roma però è una città non facile ed anche tentatrice». (…). Pellegrini, (…) al momento soffre la tanta concorrenza che c’è a centrocampo, visto che persino il nuovo acquisto Cristante è partito dalla panchina. Lorenzo ha una clausola rescissoria di circa trenta milioni sfruttabile sino a fine luglio, ma il ragazzo ha scelto di restare alla Roma per giocarsi le sue carte e, ovviamente, non perdere il treno della Nazionale. Di sicuro non mollerà, però a gennaio doverosamente farà un bilancio del suo impiego per capire se sarà il caso di cambiare aria o meno. (…). Un altro che metabolizza male le esclusioni è Perotti. L’argentino, fuori a Torino per un problema alla caviglia, ha sirene dalla Spagna e dall’Argentina, ma per il momento non intende muoversi da Roma. Certo è che, oltre alla concorrenza di El Shaarawy, in questa stagione dovrà vedersela anche con Kluivert e lo stesso Pastore, che può essere impiegato nel suo ruolo. (…).
Fonte: gazzetta dello sport