(S. Carina) – Il primo assalto per Suso è andato a vuoto. E dopo ieri, non è certo che andrà in atto nemmeno un secondo tentativo. «Non abbiamo mai ipotizzato una sua partenza, non s’è parlato di offerte. Il perché dell’incontro? Servono ai giocatori per conoscere la nuova proprietà», le parole di Leonardo, nuovo dt rossonero. Al netto delle dichiarazioni, l’incontro andato in scena ieri tra l’agente Lucci e il calciatore spagnolo da un lato e la dirigenza rossonera dall’altro, ha prodotto la classica fumata grigia tendente al nero.
IL GIORNO PRIMA – Dopo aver parlato giovedì con Monchi, il procuratore – nemmeno 24 ore dopo – ha provato immediatamente a sondare la disponibilità del Milan a lasciar partire il suo assistito. Ha preferito farlo de visu, portandosi dietro anche il calciatore, allettato dalla possibilità di trasferirsi alla Roma e giocare la Champions. Il club rossonero, alla richiesta, non ha battuto ciglio ma la valutazione – ha fatto sapere – è di 40 milioni. Senza scambi. Anche perché Suso «il 10 agosto diventa incedibile», è stato il messaggio del Milan. E se si muove, «lo fa soltanto per un’offerta importantissima». Questo il succo del discorso che Leonardo e Maldini hanno fatto al procuratore e allo spagnolo.
SONDAGGIO MONACO – Il riferimento, nemmeno troppo velato, è alla possibilità che Perottipotesse entrare nella trattativa. Per Diego, sondaggio del Monaco. Che non sia stato un happening, come poi ha provato a farlo passare il dirigente brasiliano, ci sono state le uscite separate di Lucci e Suso da casa Milan. Bocche cucite con i cronisti presenti e volti poco inclini al sorriso. Singolari per un semplice «incontro conoscitivo con la nuova dirigenza» o per parlare di un possibile rinnovo. Se poi in futuro all’attaccante il club rossonero proporrà un ulteriore adeguamento contrattuale, alla Roma interessa poco. A Trigoria, da ieri, hanno la conferma che il Milan a – 6 dalla chiusura del mercato, considera Suso incedibile. E può cambiare idea soltanto per 40 milioni o giù di lì. Il problema è capire se a questo prezzo, Monchi consideri ancora lo spagnolo «un’opportunità». Difficile.
NUOVE FRENATE – Il ds intanto è in Spagna, a Siviglia, pronto a tornare in serata nella capitale. Mentre a Trs l’agente di N’Zonzi ieri ha aperto alla possibilità giallorossa – «La Roma è un’opzione»– da Trigoria in serata trapelava di nuovo un moderato pessimismo. Che siano semplici strategie di comunicazione in una trattativa così importante o la cruda realtà, sarà il tempo a dirlo. Ormai manca poco. Il countdown è iniziato. Sei giorni alla dead-line con la Roma che a questo punto, vista la frenata su N’Zonzi, proverà a chiudere per Samassekou. Ma anche sul fronte dal Salisburgo, la pista s’è fatta in salita. L’avvisaglia c’era stata con le parole del ds austriaco Freund: «Non lo diamo, rimane con noi». La conferma è arrivata nelle ultime ore con la risposta agli intermediari giallorossi che sulle cifre proposte dalla Roma (15-18 milioni), il Salisburgo non è disposto a trattare.
PREZZI PAZZI – Il problema è semplice: negli ultimi giorni di mercato, tutti alzano il prezzo. Soprattutto sapendo che Monchi – dopo il caso Malcom – ha 40 milioni da spendere. E per il ds il lavoro non è nemmeno semplice, dopo che il presidente Pallotta a Sirius Xm ha dichiarato di star pensando «di rinforzare la squadra in un altro paio di ruoli». Ora la piazza se li aspetta. Per non parlare di Di Francesco. Che intanto, per cementare il gruppo, ha organizzato per oggi un pranzo a Trigoria, prima della seduta pomeridiana.
Fonte: il messaggero