Si conclude l’avventura della Roma all’International Champions Cup con il match contro il Real Madrid, andato in scena nella nottata italiana al MetLife Stadium e perso per 2-1 dai giallorossi. Al termine della partita, ha parlato Eusebio Di Francesco. Queste le sue dichiarazioni in conferenza stampa:
Solo due tiri in porta, è preoccupato per la fase difensiva o offensiva o per nulla?
“Sono partite che ti fanno capire dove devi lavorare. Due tiri in porta mi sembra riduttivo per quello che abbiamo creato, in alcune occasioni non abbiamo calciato o siamo stati rimpallati alla fine. Potevamo sfruttare meglio le palle recuperate. L’anno scorso facevamo 2mila tiri e non facevamo gol, mi sembra riduttivo parlare di numeri. Sicuramente alcune cose le dobbiamo migliorare, abbiamo giocato con squadre di livello altissimo, si può sbagliare. Non mi è piaciuta la fase difensiva iniziale, hanno lavorato in maniera disordinata e avrei preferito non succedesse, specialmente sul primo gol che ha poi determinato la dinamica della gara”.
Fisicamente come ha visto la squadra?
“Fortunatamente ancora non bene. Quando si fa un percorso di lavoro ci sono squadre che hanno lavorato meno e inizialmente è un vantaggio. Il concetto è sempre che si è lavorato per arrivare al campionato in una buona condizione. Questo è un momento in cui la squadra ha messo tanto lavoro dentro, pensate che Coric che è entrato gli ultimi 20 minuti mi ha detto che sentiva le gambe pesanti. Vuol dire che abbiamo spinto abbastanza, come è giusto che sia. Abbiamo fatto tanti trasferimenti, una tournée lunga, ma io sono dell’idea che queste partite lasciano il tempo che trovano. Le mie scelte non sono fatte in base all’11 migliore, ma cerco di portare tutti in condizione. Ovviamente su tante cose si può fare meglio, ma non scordiamo con chi abbiamo giocato, questo fa la differenza”.
La squadra ha finito le partite sempre in crescendo. Come se lo spiega?
“Penso che siamo partiti bene in ogni partita, anche oggi perché abbiamo fatto un errore grossolano sul primo gol legato alla linea difensiva che ha permesso il vantaggio del Real Madrid e li ha portati a giocare quasi di rimessa paradossalmente, mentre noi attaccavamo. Abbiamo avuto tante situazioni fatte bene, anche nel primo tempo di recupero palla nella metà campo avversaria, forse 7-8 importanti dove siamo stati poco qualitativi. Nella preparazione quando metti lavoro dentro inizialmente non sarai mai brillante, ma alla lunga nella partita la condizione migliora con i giocatori che iniziano ad avere più gamba perché hanno più condizione a tempo lungo che sul breve. Ora dobbiamo ripulirli nel lavoro per portarli ad avere maggiore brillantezza per la prima di campionato”.
Karsdorp a che punto è? Sarà utile a inizio campionato?
“Certo, è a disposizione. Nel ritiro ha alternato un po’ e non ha fatto tutto e obiettivamente non ha 90 minuti nelle gambe, la dimostrazione è la mezz’ora giocata oggi. Non ha avuto grande continuità negli allenamenti. Mi è piaciuto come è entrato, con ottima personalità e ottima spinta. Va ancora un po’ in giro per il campo, ma è il desiderio di voler fare più del dovuto che ti porta ad andare oltre. Mi è piaciuto come determinazione, quella che in alcuni momenti della gara non mi è piaciuta. Nel primo tempo dovevamo essere più determinati in alcune aggressioni”.
In porta ci sono gerarchie?
“Olsen è arrivato in ritardo e anche lui ha lavorato tantissimo e per quello ho ritenuto opportuno dare la possibilità a entrambi di far vedere le proprie capacità. Li conosco meno, Mirante un po’ di più. Io so bene o male quale può essere la squadra titolare, ma posso giocare una stagione intera facendo sentire titolari solo 11 giocatori? Se non capite ancora cosa intendo io per titolari o no, ribadiamo sempre le stesse cose. Ci sono dei giocatori che devono crescere, altri che sono giovani come Kluivert che deve capire ancora come muoversi in certi momenti della gara e altri che sono già in condizione buona. E’ un percorso nel quale faccio delle valutazioni, alla fine spero di avere 22-23 giocatori che siano di buon livello”.
C’erano alcuni giocatori con un atteggiamento forse svogliato, che non hanno esercitato pressione, che cosa è successo in avanti?
“Abbiamo alternato buone pressioni ad altre dove mancava ferocia e determinazione. Questa è una delle cose che non mi piaciuta. Il primo gol non ha nulla a che fare con la pressione di centrocampisti e attaccanti, è un concetto di linea difensiva dove, con una palla del genere, si scappa via tutti insieme. Lì invece abbiamo fatto uno avanti e uno dietro, cose sulle quali lavoriamo tanto. Posso pensare che ci sia stanchezza, non solo fisica ma anche mentale, per il solo fatto di stare tanto fuori. E’ un mese di ritiro che facciamo, a parte qualche piccola pausa e forse c’è bisogno di staccare. Credo sia importante sia lavorare che riposare, penso sia solo quello. Quando però non si è aggressivi e si scopre una palla a Ramos che può andare sia a destra che sinistra, tanto vale non appiattirsi troppo e rimanere sulla palla successiva. Su questo abbiamo fatto letture non buone e le analizzeremo con più calma”.
Schick ha giocato anche esterno a destra, è un esperimento o necessità?
“Ho voluto rivederlo in quella zona dove aveva giocato in passato e non avendo in questo momento a disposizione dei mancini ho voluto mettere lui per vedere come si muoveva ancora. Può succedere sia dall’inizio che a partita in corso, ha caratteristiche differenti dai soliti esterni, era un’idea che avevo già prima della partita, alcuni cambi erano preventivati come quello con El Shaarawy. Poi volevo far giocare di più Dzeko, avevo Under fuori e ho scelto così”.