(F. M. Magliaro) – Non c’è solo il campo per la dirigenza della Roma. C’è la necessità di chiudere con il dossier Stadio. Il che vuol dire pressare il Campidoglio per fargli superare la fase di limbo generatosi a dopo l’operazione Rinascimento con gli arresti, fra gli altri, di Luca Parnasi, il “socio” dei giallorossi nella costruzione del nuovo impianto, e di Luca Lanzalone, il “facilitatore” del mondo pentastellato. Il Campidoglio a 5Stelle ha colto la palla al balzo dell’inchiesta e, dopo aver stravolto il progetto iniziale Marino/Caudo al grido di “uno Stadio fatto bene”, ha bloccato tutto alla vigilia della votazione sulla variante urbanistica. Subito dopo gli arresti del 13 giugno scorso, laRaggi ha annunciato un controllo su tutti gli atti amministrativi dal 2014 in poi. Una “due diligence”che procede a ritmo lumaca visto che dopo un mese ancora non se ne vede la fine.
Poi è arrivato l’annuncio da parte del Sindaco di voler approfondire gli studi sul traffico affidando il controllo su quanto fatto a un “soggetto terzo”, forse il Politecnico di Torino. L’annuncio sul soggetto terzo data gia un paio di settimane e ancora non è stato seguito da atti concreti. Insomma, la sensazione è che il Campidoglio voglia attendere la conclusione dell’indagine penale e che “due diligence” e “soggetto terzo” siano solo modi per prender tempo prima del voto in Consiglio sulla variante. La Roma (e il nuovo management di Eurnova) dopo l’incontro interlocutorio dei giorni scorsi, dovranno trovare modo di stanare il Comune.
Fonte: il tempo