(M. Pinci) – I romanisti che sabato pomeriggio si facevano il sangue amaro davanti alla tv ammirando Salah e Alisson nel Liverpool, ignoravano che quello fosse solo l’antipasto. Proprio in quei minuti, un’altra stella della Roma stava definendo il suo trasloco dalla capitale. Da oggi, Kevin Strootman sarà in Francia per diventare un nuovo calciatore del Marsiglia: ritroverà Rudi Garcia, che lo ha convinto con 4,2 milioni netti di stipendio, uno più di quanto prenda oggi. La Roma glielo ha venduto per 25 milioni più 3 di bonus, disfandosi di un leader a mercato chiuso. «Perché dovremmo aver bisogno di sostituirlo?» , la replica del presidente Pallotta. Ma l’addio ha tramortito i tifosi a poche ore dal debutto all’Olimpico, stasera alle 20.30 contro l’Atalanta: un incontro che potrebbe valere l’aggancio in vetta a Juve e Napoli ( e Spal). In attesa di capire se la Roma rivoluzionata dal mercato valga le altre due, ce n’è una da scudetto che è stata interamente dismessa. Perché Strootman si aggiunge ad Alisson e Salah. Ma anche a Rüdiger, a Emerson Palmieri, a Nainggolan ( e a gennaio sarebbe partito anche Dzeko, se non avesse rifiutato il Chelsea). Tutti insieme, hanno fruttato 222 milioni, esattamente la cifra spesa dal Psg per il solo Neymar. Da ieri tanti tifosi protestano per la cessione dell’olandese, che costerà ai francesi meno di quanto sia costato Nzonzi, 2 anni più vecchio. Ma adesso il mercato è in attivo di 19 milioni, da aggiungere ai 99 milioni di incassi dalla Champions e al contratto da 40 milioni in 3 anni con Qatar. E il passato ( la squadra fatta dall’ex ds Sabatini) ha perso un altro pezzo.
Già un anno fa Strootman era sul punto di andare alla Juve per 38 milioni, poi non se ne fece nulla. Stavolta il ds Monchi, che prima d’inizio del campionato aveva detto a Strootman di considerarlo un capitano, gli annunciato che se fosse arrivata una proposta avrebbero fatto a meno di lui. E Di Francesco pare quasi sollevato, dalla sua cessione: «È come tanti altri e qui abbiamo molti centrocampisti…» . Meno semplice far credere che fosse lui, Strootman, a voler andare via. Anzi, poche settimane fa era stato chiaro: «Se non mi vendono, io resto qui». Ma ieri, con quel contratto in tasca, era felice pure lui.
Fonte: La Repubblica