(K.K.) – Un successo non spettacolare, proprio come nell’apertura di stagione dello scorso anno. La Roma di Esuebio Di Francesco bissa ciò che fece ad agosto 2017, quando iniziò la sua avventura stagionale battendo 1-0 in trasferta l’Atalanta. Stavolta è il Torino la vittima sacrificale, con una differenza sostanziale: se l’anno scorso il successo arrivò in sofferenza dopo aver sbloccato il punteggio con Kolarov nel primo tempo, ieri all’Olimpico granata i giallorossi sono riusciti a vincerla nel finale con la prodezza di Dzeko, dimostrando una forma atletica migliore.
Gambe in realtà piuttosto pesanti per molti dei giallorossi scesi in campo nel 4-3-3 iniziale, che presenta rimandi alla scorsa stagione ma due differenze piuttosto palesi: baricentro più basso, con Daniele De Rossi spesso costretto ad arretrare piuttosto che far alzare il pressing della squadra, e un Javier Pastore più libero di muoversi trasformando la Roma in un 4-2-3-1 ibrido ma a tratti efficace. Non a caso i pericoli maggiori nella prima ora di gioco sono arrivati da inserimenti senza palla tra le linee del ‘Flaco’, purtroppo non ancora in forma campionato.
Se il 4-3-3 resta un modulo spurio per la mancanza di mezzali classiche (solo Lorenzo Pellegrini si può considerare tale), la Roma nella ripresa ha avuto un picco di consistenza offensiva maggiore con l’uscita di El Shaarawy e l’ingresso di Bryan Cristante, con un passaggio breve ma significativo al 4-3-1-2: linea di centrocampo più solida grazie ai centimetri dell’ex Atalanta e Pastore più libero di agire dietro a Dzeko e Ünder, poi sostituito da Kluivert. In quei minuti i giallorossi hanno spesso spaccato in due il centrocampo del Torino, messo Rincon e compagni in difficoltà e creato vari presupposti pericolosi, peccando però di cattiveria nel momento della conclusione.
Vista l’enorme abbondanza di alternative a centrocampo (ieri non sono entrati Pellegrini, Coric, Zaniolo e l’assente Nzonzi), l’alternativa tattica del ‘rombo‘ non è affatto da sottovalutare, soprattutto se come ieri sorgono defezioni in attacco, vedi l’infortunio di Perotti, o giornate storte come per l’impalpabile El Shaarawy. Diventa prezioso liberare Pastore da compiti difensivi, ieri svolti dal Flaco in maniera anche positiva, e permettergli di fare il fantasista puro. Un’idea che anche in corso d’opera può essere sfruttata a pieno.
GGR