(F. Balzani) – Un tris di tacco proprio al derby forse sarebbe troppo, ma almeno ora sono tutti d’accordo: Javier Pastore – piaccia o no – è un trequartista. L’argentino contro il Frosinone ha finalmente convinto nella stessa posizione in cui emerse col Palermo e in cui si è espresso meglio a Parigi. Tante le giocate di classe nel facile successo coi ciociari, ma pure una regia offensiva che ha permesso a Under, Schick ed El Shaarawy di trovare spesso lo spazio di tiro. E lì verrà impiegato anche domani contro la Lazio nella sfida della vita per Di Francesco. Pastore rappresenta uno dei più grandi rimpianti di mercato del ds laziale Tare che nel marzo scorso rivelò: «In carriera ho fatto il classico passo falso da gavetta, il mancato acquisto di Pastore». L’occasione giusta per alimentare il rimpianto arriva domani. E magari anche per sfoderare un altro gioiello di tacco dopo quelli con Atalanta e Frosinone. Un marchio di fabbrica che nella stracittadina appartiene ancora ad Amantino Mancini. Si riparte da Pastore quindi e dal 4-2-3-1 visto mercoledì sera. Gli unici cambi: Florenzi al posto di Santon e Dzeko al posto di Schick. Ieri mattina Di Francesco ha tenuto a rapporto la squadra. La decisione di interrompere il ritiro punitivo è stato accolto favorevolmente dal gruppo che ha promesso il massimo impegno. L’ardua sentenza è vicina, la verità sul destino di Di Francesco pure. Quello di Gandini è deciso: l’ormai ex ad ha presentato le dimissioni ma per ora non tornerà al Milan.
Fonte: Leggo