Il derby fa proprio storia a sè. Basta vedere come lo conquista la Roma, presentatasi alla Partita in ritardo sulla Lazio in classifica (e nonostante il successo rimane comunque a -1) e in piena crisi d’identità, come scrive Ugo Trani su Il Messaggero.
E’ suo con questo 3 a 1 che non fa una piega. Ampiamente meritato perché rispecchia quanto visto in campo. Di Francesco, pur restando lontano 10 punti dalla Juve capolista e ancora fuori dalla zona Champions, ha dunque rialzato la testa nel pomeriggio probabilmente cruciale della sua avventura nella Capitale. Ha scelto bene all’inizio e ha cambiato correttamente in corsa.
I primi 20 minuti sono di morbidezza biancoceleste in attacco. E di timidezza giallorossa in attesa. Il 4-2-3-1 di Di Francesco, con Florenzi alzato davanti a Santon per rendere meno spregiudicato il sistema di gioco, tiene con De Rossi e Nzonzi. Loro e i centrali Manolas e Fazio fanno muro e permettono, già a metà tempo, di sfruttare il contropiede, rubando proprio l’idea a Inzaghi che di solito lo usa semplice e concreto. Dzeko ed El Shaarawy partono e colpiscono, Strakosha ancora non barcolla. Olsen devia su Immobile, ma la Roma ormai riparte senza trovare ostacoli. Si arrende Pastore, occupatosi fin lì più di Leiva che della rifinitura. Entra Lorenzo Pellegrini e da trequartista. Si prenderà il derby in prima persona. Iniziando con il tacco del vantaggio (10° marcatore stagionale): anche a Cinecittà, dunque, conoscono quella giocata spalle alla porta.
La Roma, pure nella ripresa, non modifica il copione. La ripartenza è sempre su El Shaarawy e adesso pure su Florenzi che si riconosce nel vecchio ruolo. Dzeko c’è, di sponda. Come per il 1° gol. Solo che l’egoismo, suo e di El Shaarawy che è il primo a peccare, rischia di far saltare il piano di Di Francesco. Inzaghi, con 2 sostituzioni, si specchia nel collega e passa al 4-2-3-1: a destra Correa, fuori Luis Alberto, Badelj accanto a Leiva in mezzo e Parolo richiamato in panchina. Fazio regala la palla e il pari a Immobile (4° gol in questo torneo). La Lazio, però, resta fragile e vulnerabile. Percussione di Pellegrini, steso da Badelj. Punizione dal limite: sinistro dell’ex Kolarov e dormita di Strakosha per il nuovo vantaggio. Di Francesco interviene per archiviare il match e vincere il 2° di fila: Cristante per De Rosi e il 4-3-3 che, in fase difensiva, è l’equilibrato 4-1-4-1 con Nzonzi di guardia. Pellegrini, su punizione, abbassa il sipario con l’arcobaleno per Fazioche si riabilita: testa per il tris, da centravanti.