(M. De Santis) – Nelle parole e nei pensieri di chi alberga a Trigoria non c’è altra via che il massimo sostegno a Di Francesco, nel calendario di chi osserva «disgustato» da Boston ci sono due appuntamenti della verità marchiati di rosso. In quattro giorni, tra il derby regionale di domani con il Frosinone e quello cittadino di sabato con la Lazio, l’imputato Eusebio si gioca la Roma, condotta cinque mesi fa in semifinale di Champions e adesso in una falsa partenza da 5 punti in altrettante giornate di campionato. Il primo giorno del ritiro punitivo nel ranch di Trigoria è scivolato via tra l’immancabile confronto allenatore-squadra e il voto di fiducia al tecnico rinnovato dal duo dirigenziale Monchi-Baldissoni.
Frosinone e Lazio, con possibile appendice con il Viktoria Plzen in Champions e l’Empoli dell’ex Andreazzoli, prove d’appello per ritrovare una squadra smarrita che nel disastro di Bologna ha anche lanciato segnali di scollamento nervoso. Prima in campo, dove Dzeko e Florenzi hanno avuto un animato botta e risposta in pubblico, poi negli spogliatoi, quando un paio di senatori hanno allestito un confronto a volume più alto del solito. Scene spiacevoli che hanno indotto Di Francesco, poi avallato dalla società, a calare la carta del ritiro per cercare di riaggiustare i cocci. Se non ci riuscirà il tecnico della rimonta impossibile rifilata al Barcellona, il sogno americano, quasi impossibile, è quello di affidare l’eventuale opera di restauro ad Antonio Conte.