Il campionato è in fase embrionale, eppure il fuoco della polemica ha già arroventato numerosi ambienti. Di questi, due in particolare: l’Inter e la Roma. Il prevedibile scatto in avvio della Juventus è la causa principale di certi malumori, scrive Paolo Condò su “La Gazzetta dello Sport“: si è aperta subito molta luce fra lei e le due squadre citate – ben cinque punti – il che per esempio ha suggerito a Francesco Totti l’uscita sullo scudetto deciso in partenza. Il significato del discorso era in realtà più sottile, e intendeva che di questi tempi qualsiasi squadra sembrerebbe in crisi se paragonata alla Juve; ma sono tempi che si concluderanno, nel senso che i cantieri aperti un po’ ovunque verranno tolti rivelando le squadre realizzate.
Se saranno competitive, e se Spalletti e Di Francesco non ci metteranno troppo evitando che la Juve sparisca oltre l’orizzonte, avremo un campionato. Inter e Roma sono due formazioni che la scorsa stagione hanno raggiunto il loro obiettivo – la Roma perfino di più, con la spettacolare semifinale di Champions – ma che il mercato ha profondamente cambiato. Non a caso stiamo parlando delle società che quest’anno hanno concluso (la Roma) o quasi (l’Inter) ilpercorso finanziario di rientro richiesto dall’Uefa. I due club sono giunti a conclusioni di mercato simili attraverso strade diverse. L’Inter, col fiato dell’Uefa sul collo, non ha potuto riscattare due cardini della scorsa primavera come Cancelo e Rafinha: scavallato giugno ha varato un mercato di sicura profondità che la renderà migliore, ma soltanto dopo che Spalletti avrà finito di organizzare un organico molto diverso, e quanto ci metterà è un fattore. La Roma, libera da vincoli, si è mossa al contrario: prima gli acquisti, in genere giovani e di talento, poi le cessioni. Dolorosa ma finanziatrice quella di Alisson, prevedibile quella di Strootman (quanto avrebbe giocato?), ovvia quella di Nainggolan.