(G. Lengua) – La Roma non ha perso soltanto un uomo pieno d’amore per i colori giallorossi e un simbolo di un passato calcistico che non c’è più, ma anche una vera e propria enciclopedia di 55 anni romanisti vissuti con la passione che solo Giorgio Rossi sapeva dimostrare. Il cuore dello storico massaggiatore si è fermato all’età di 87 anni, la notte prima della trasferta di Bologna, una match che avrebbe dovuto segnare la ripresa in campionato della squadra Di Francesco. Così non è stato, ma Giorgio a questi momenti era abituato: dal 1957 al 2012 tra le mura del Tre Fontane prima e del centro sportivo di Trigoria poi, momenti del genere ne sono capitati a decine e intere generazioni di romanisti sono cresciute e diventate adulte con lui. Ieri si sono svolti i suoi funerali alla basilica di San Giovanni Bosco: gli ha reso omaggio la Curva Sud con lo striscione «Cinquantacinque anni dedicati alla nostra storia, oggi siamo qui per renderti gloria» e poi alzando il feretro per un giro d’onore cantando il coro «Uno di noi». Giorgio Rossi era davvero uno come loro, la Roma per lui era puro amore: «Quando è nata mia figlia ho scelto Giorgio per accompagnarmi in clinica. Abbiamo parlato tanto in quei giorni. Non lo ringrazio come capitano della Roma, ma come il ragazzino che dimenticava la cinta o i calzini e lui mi dava la sua», ha ricordato De Rossi durante la funzione. Massaggiatore, ma anche po’ psicologo, dall’alto della sua esperienza dava sempre il consiglio giusto, sapeva farsi volere bene, non aveva nemici dentro la Roma e sono molti gli ex giocatori che gli hanno dato l’ultimo saluto: il tecnico Di Francesco, Nela, Candela, Perrotta, Aquilani, Rosi, Giannini e Chierico oltre a Totti.
LE LACRIME DEL CAPITANO – Giorgio con Francesco Totti aveva un rapporto speciale, lo ha visto crescere e diventare il campione che ha fatto emozionare milioni di tifosi nel mondo. Al fine dei funerali Francesco ha lasciato la chiesa con gli occhi gonfi di lacrime e con la voce strozzata dal pianto è riuscito a dire: «Era come un padre per me». Lo ha ricordato anche Di Francesco nonostante il momento negativo che sta vivendo in casa Roma: «Ha insegnato a tutti a essere se stessi nella vittoria e nella sconfitta. Lui mi chiamava ogni tanto anche quando ero via da Roma per dirmi “ti voglio bene”». Segnata dal dolore per recente perdita della mamma Maria, era presente in chiesa anche l’ex presidentessa della Roma Rosella Sensi, Bruno Conti e l’ex tecnico Zeman. Lo hanno salutato per l’ultima volta alla camera ardente anche Luciano Spalletti, poi rientrato a Milano, Tancredi e Peccenini.