Eusebio Di Francesco scaccia i corvi dal cielo di Trigoria. La Roma ha battuto la Lazio e la vittoria vale doppio, perché parliamo di una squadra che una settimana fa provocava il disgusto al suo presidente Pallotta e perché il derby può salvare o rovinare intere stagioni, scrive Sebastiano Vernazza su “La Gazzetta dello Sport“.
La Roma ha cominciato male la partita. È stata timida e timorosa, sottomessa alla Lazio, che però ha avuto la grande colpa di non capitalizzare la superiorità territoriale, specie tra il 10’ e il 25’ del primo tempo. Poi la Roma ha svoltato per caso, grazie all’infortunio di Pastore, fin lì abbastanza trasparente. L’ex Psg si è fatto male a un polpaccio ed è stato sostituito da Lorenzo Pellegrini. Il centrocampista ha fatto sua la partita, se l’è annessa con la sana arroganza che muove i giovani nelle giornate di grazia. Quasi allo scadere del primo tempo, con un colpo di tacco e al culmine di un carambolone di giocatori e di rimpalli provocato da una spizzata di Dzeko, ha messo dentro l’1-0.
Nella ripresa Inzaghi ha ridisegnato la Lazio: Badelj e Correa al posto di Parolo e di Luis Alberto e riscrittura di sistema, via il 3-5-1-1 e vai col 4-2-3-1 a specchio. Roma lo stesso in controllo e sarebbe successo poco, forse niente, se Fazio non avesse deciso di devolvere a Immobile il pallone dell’1-1. Poi la Roma non si è consegnata alla Lazio, alle sue voglie di ribaltone, ma con carattere è andata a riprendersi tutto grazie a una sventola su punizione dell’ex laziale Kolarov. Gol storico, il serbo ha eguagliato Arne Selmosson, attaccante svedese degli Anni Cinquanta e Sessanta, fino a ieri unico calciatore ad aver segnato nel derby romano con le due maglie.
Lo sbilanciamento della Lazio ha agevolato però le ripartenze romaniste e Fazio, con stacco imperioso su palla inattiva, di testa ha regalato l’apoteosi all’Olimpico giallorosso. Lorenzo Pellegrini è entrato in tutti e tre i gol: il primo l’ha segnato; il secondo l’ha provocato, Badelj ha commesso su di lui il fallo della punizione; il terzo l’ha servito con il cross per Fazio, su calcio da fermo. Pellegrini conta già sette presenze in azzurro, non tutte esaltanti, e nelle intenzioni estive di Di Francesco avrebbe dovuto sostituire Strootman. Qualcosa è andato storto, il ragazzo non ha convinto. Ieri la risposta: importante, netta, abbagliante. Che sia la volta buona per il decollo?