La Roma, dopo la falsa partenza in campionato, mediaticamente cala l’asso. E schiera in campo (davanti alla telecamera) Francesco Totti che, come ha scritto la Sud nel pomeriggio del suo addio al calcio, è la Roma, come riporta Ugo Trani su Il Messaggero.
Ma questa città ormai discute pure lui. Oggi lui è dirigente (e dipendente), non più calciatore. Il ruolo attuale non è lo stesso di prima, bisogna metterselo in testa. Resta tifoso, questo sì. “Il nostro obiettivo è arrivare tra il 2° e il 4° posto”. Firmato con il suo stile tranchant. Via ogni sfumatura. Che, se proprio vogliamo ricercare nel suo discorso, si coglie nella difesa (robusta) di Eusebio Di Francesco e (morbida) di Ramon Monchi. Non c’è da stupirsi.
“Noi ne giochiamo un altro con il Milan, l’Inter, il Napoli e la Lazio. – dice Totti – La gente è giusto che lo sappia: le aspettative dovranno essere altre. E’ ovvio che, guardando i risultati dell’anno scorso con la semifinale di Champions e il terzo posto, si voglia migliorare, ma per farlo bisognerebbe arrivare in finale e vincere il campionato. La realtà è una altra: la Juve fa corsa a sé, noi cerchiamo di piazzarci tra il secondo e il quarto posto. E’ il nostro obiettivo principale, oltre a passare il turno in Europa ed essere più uniti che mai, solo così si va lontano, e ad accantonare le chiacchiere da bar”.
Assolve, infine, Kluivert e Schick che chiedono il posto da titolare: “Anch’io a 18 anni volevo sempre giocare. Avrei detto le stesse cose”.