(A. Austini) – L’impresa quando meno te l’aspetti. Ne serve un’altra stasera per ripartire, risalire in classifica, sorridere un po’. La Roma ci è riuscita due anni di seguito, tre se vogliamo contare uno 0-0 accolto quasi come una vittoria agli sgoccioli dell’era Garcia, al San Paolo nelle ultime stagioni ha tirato fuori prestazioni di carattere e tecnica, gli stessi ingredienti che servirebbero per fermare il Napoli di Ancelotti. Nuovo allenatore, identici timori, complessi d’inferiorità e speranze del recente passato, quando i giallorossi si sono presentati sulla carta da vittime designate (un po’ meno nel 2016 ma c’erano tanti infortunati) strappando poi punti pesantissimi sul campo. Se vogliamo dirla tutta, il Napoli di Sarri non ha vinto niente come la Roma e la contesa fra di loro non è stata per essere antagonisti della Juvema per arrivare secondi.
“Negli anni passati la Juventus ha avuto pochi rivali”, ricorda Di Francesco, che ha un disperato bisogno di continuità. “II Napoli oggi è superiore a noi – prosegue l’allenatore romanista – perché ha più punti. Anche nel campionato scorso è stato così ma noi siamo andati in semifinale di Champions League, quindi ancora presto per capire chi sia davvero più forte. Lo dirò quando troveremo continuità di lavoro e risultati. II Napoli attualmente è la principale antagonista della Juventus. Trasmette sicurezza insieme all’Inter rispetto alle altre. Ma noi abbiamo margini di crescita”. Insomma, tra le righe il tecnico piazza la Roma di oggi in corsa per la quarta piazza Champions, ricordando ai suoi che “siamo già caduti altre volte e non possiamo permettercelo. Le partite cominciano a diminuire, più si fanno capitomboli e c’è il rischio di non rientrare in Champions. Non dobbiamo sbagliare gli approcci alle gare”. Stavolta, infortuni a par te, tutto sembra essere filato liscio, “ma mi fa rabbia – sottolinea l’abruzzese – che dobbiamo aspettare ogni volta di prendere uno schiaffo. Per crescere bisogna trattare tutte le partite allo stesso modo”. In quella di oggi si trova di fronte un rivale stimolante. “Mi piace tantissimo come si pone Ancelotti, il suo modo di gestire il gruppo: quando tanti calciatori parlano bene di lui significa qualcosa. Ma non farò la formazione pensando alla sua perché dovrei chiamarlo per saperla, mi farebbe una sorpresa e resterei fregato”.
In realtà Di Francesco non ha granché da scegliere avendo lasdato a case i quattro infortunati Pastore, Perotti, Kluivert e Karsdorp. Detto di un Juan Jesus probabilmente preferito a Fazio, a sinistra in difesa rientra Kolarov “che ha ritrovato una buona condizione”, De Rossi stringe di nuovo i denti a centrocampo e Pellegrini si piazza alle spalle di Dzeko. Il dubbio riguarda Florenzi, fermo venerdì per affaticamento nel giorno del triste anniversario di due anni dall’infortunio al ginocchio “e l’aspetto psicologico – dice l’allenatore – incide”: Santon dovrebbe giocare in ogni caso a destra dietro Under, con El Shaarawy dall’altra parte. L’altemativa è Florenzi attaccante esterno, col sacrificio iniziale del turco. “Secondo me i Napoli ha paura di noi in senso buono: non sa che Roma aspettarsi perché siamo capaci di fare belle prestazioni e perdere la testa per dieci minuti. Siamo imprevedibili, anche per me, ma p il momento di trovare continuità”. Non c’è serata migliore per provarci.
Fonte: il tempo