(R. Buffoni) – Non ci sono più le mezze stagioni e nemmeno le classifiche di una volta, coi loro bei criteri rigidi e inequivocabili. Oggi succede che da più parti, compreso il sito dell’Uefa, pongano in vetta al Gruppo G di Champions la Roma, appaiata a quota 6 dal Real Madrid ma con una migliore differenza reti. I giallorossi hanno segnato 8 gol e ne hanno subiti 3 per un saldo di +5; le Merengues di reti ne hanno fatte 5 e ne hanno incassate 2 (+3). Ma andando a leggere i criteri stabiliti dalla Uefa in caso di parità di punti fra due o più squadre (articolo 17.01 “Equality of points – group stage”), la prima discriminante è l’esito degli scontri diretti. La Roma, sconfitta 3-0 a Madrid, dovrebbe quindi inseguire il Real e non precederlo. Si dirà: «ma c’è ancora il ritorno da disputare e l’esito del confronto non è definitivo». Vero. Ma la stessa classifica è ancora parziale e i punti non sono ancora quelli finali eppure, per indicare chi si trova in vantaggio, la si compila secondo il loro ordine decrescente essendo, i punti, il principale dato discriminatorio. Proprio come l’esito degli scontri diretti in caso di parità