«Revisione delle competenze del Coni: il governo deve assumere il controllo delle modalità di assegnazione e spesa delle risorse». M5S e Lega lo avevano scritto nel contratto di governo, motivando la frase con la necessità di smantellare il sistema che, in passato, «è stato usato per costruire il consenso interno da riscuotere alle elezioni». Così nella bozza della legge di Bilancio, il governo gialloverde ha inserito un provvedimento che, se confermato, per lo sport italiano vale la rivoluzione: la cassa non più nelle mani del Coni ma in quelle della Sport e Salute spa — una nuova società pubblica guidata da un uomo del governo — che andrebbe a rottamare la controllata Coni Servizi. […]
Ma il tema centrale sarà la bozza che finanziariamente — e soprattutto politicamente — depotenzia il Coni e mette in bilico l’indipendenza dello sport dalla politica, requisito base per il Comitato Olimpico Internazionale che le Olimpiadi le assegna. La bozza è ancora ufficiosa […]. Con la rivoluzione firmata da Giorgetti, e spinta dal M5S, non si tocca il contributo del governo che per legge non può scendere al di sotto di 410 milioni di euro, ma sono le proporzioni a ribaltarsi: sarebbe la Sport e Salute spa, cioè il governo stesso, a distribuire alle federazioni 370 milioni, ovvero il 90% del budget complessivo; mentre al Coni sarebbero garantiti 40 milioni per il suo funzionamento e la preparazione olimpica. Certo, il nuovo sistema ha delle imperfezioni: se i soldi arrivano dalla Sport e Salute e non dal Coni, le federazioni (preoccupatissime) dovranno restituire allo Stato il 22% per l’Iva. […]
Fonte: Corsera