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Stadio, nuovo filone d’inchiesta. I pm: ipotesi abuso d’ufficio

(S. Menafra/A. Pierucci) – L’affaire stadio della Roma è ormai sotto la lente dei pm romani praticamente in ogni suo aspetto. Nei giorni scorsi sono stati aperti altri due fascicoli, stavolta per abuso d’ufficio, ma senza indagati. Nel mirino il Campidoglio dell’era Raggi per i vari atti che sarebbero stati avallati a vantaggio di Luca Parnasi, il patron del progetto, arrestato a giugno assieme ai collaboratori più fidati con l’accusa di aver corrotto politici e funzionari per agevolare il via libera alla costruzione dell’impianto a Tor di Valle.

IL RUOLO DEL SINDACO – I fronti oggetto di verifica sono affidati a due magistrati diversi. Da un lato Barbara Zuin, la pm che ha scoperchiato il giro corruttivo dietro al progetto, sta valutando vari aspetti dell’iter autorizzativo a cominciare da un calcolo che avrebbe fatto quasi raddoppiare i metri quadri complessivi del progetto da realizzare. Il mancato passaggio del progetto davanti all’assemblea capitolina – obbligatorio dopo la conferenza dei servizi che tratteggiava la variante urbanistica – è finito, invece, al centro dell’indagine avviata dal pm Elena Neri. Un procedimento delicato, quest’ultimo, che potrebbe tirare in ballo in veste di indagata direttamente la sindaca Virginia Raggi, alla quale spettava attivare la procedura in sede consiliare invece di limitarsi a depositare l’esito della conferenza sull’albo pretorio. A segnalare le anomalie, che inquadrerebbero appunto anche in questo caso l’abuso d’ufficio, un gruppo di architetti e ingegneri che aderiscono al Tavolo della libera urbanistica. Il progetto dello stadio ha fatto notare l’avvocato Edoardo Mobrici – è stato pubblicato il 12 aprile 2018 e depositato a maggio, in formato digitale, nell’Albo Pretorio del Comune. L’avviso rubricato sotto la dicitura «Stadio della Roma in località Tor di Valle. Adozione della Variante al Piano Regolatore Generale», a firma del direttore del dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica Cinzia Esposito, richiama esplicitamente il relativo titolo di legge per specificare appunto che «il verbale conclusivo della Conferenza di Servizi decisoria costituisce, ove necessario, adozione di variante allo strumento urbanistico comunale ed è trasmesso al sindaco, che lo sottopone all’approvazione del Consiglio Comunale nella prima seduta utile». In questo caso, invece, l’atto non è mai arrivato al Consiglio Comunale. E l’aver omesso il passaggio assembleare avrebbe determinato «un vantaggio in capo ad un soggetto privato, la società Eurnova s.r.l. di Luca Parnasi», si legge nell’esposto.

LA SUPERFICIE RADDOPPIATA – Tra gli elementi dell’iter affidati alla pm Zuin, potrebbe generare nuove polemiche – anche politiche – quello che riguarda il conteggio della Sul (Superficie Utile Lorda) che Parnasi era autorizzato a costruire: la cifra sarebbe stata quasi raddoppiata al momento dell’approvazione. L’indice di Edificabilità territoriale (Et) avrebbe dovuto essere di 0,09 mq/mq per un totale di 69.000 mq di superficie complessiva e non i 112.000 poi approvati. «Ai proponenti – si legge nell’esposto – è stata riconosciuta, illegittimamente, una Sul di spettanza di mq 112.000 che è stata calcolata in base alla Et 0,15mq/mq, concedibile per i parchi tematici. Si rileva ancora che l’area in questione non è mai stata utilizzata come un parco a tema neppure ove la variante venisse approvata e diventerà una centralità».

IL RISCHIO IDROGEOLOGICO – Tra i punti evidenziati, oltre al sì a costruire prima della realizzazione delle opere di urbanizzazione, anche il mancato rispetto della disciplina relativa al P.a.i., il Piano di Assetto Idrogeologico, che, dicono dal Tavolo della libera urbanistica non può essere superato da una variante: «L’area oggetto del progetto Stadio della Roma è classificata dal P.A.I. (tav.78), come area R3 e, in parte, R4. Nella vigenza del Pai, nelle aree R3 e R4 non è ammessa la realizzazione delle opere oggetto della variante urbanistica in esame, sussistendo un divieto assoluto di nuova edificabilità. La variante urbanistica relativa alla nuova centralità Stadio Tor di Valle è quindi illegittima prevedendo un’edificabilità non ammessa e non ammissibile dal Pai in assenza del preventivo declassamento dell’area. La variante in oggetto doveva essere respinta perché in palese ed evidente violazione con le disposizioni del Pai». Il problema è noto e da tempo al centro di discussioni e contestazioni. La stessa autorità di bacino del resto, nel 2017, ha espresso dubbi circa la possibilità di adottare e approvare la variante urbanistica Stadio di Tor di Valle in presenza del vincolo imposto dal Piano di assetto idrogeologico.

Fonte: Il Messaggero

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