IL TEMPO (A. AUSTINI) – La versione di Champions per blindare gli ottavi con due turni di anticipo. A Mosca fa freddo (temperature vicine allo zero), ma non c’è ancora il gelo e la Roma vuole dimostrare di nuovo che in questa coppa si sa sciogliere. Una vittoria allo stadio Luzhniki col Cska le garantirebbe la quasi matematica certezza di superare il girone. E consentirebbe ai giallorossi di giocarsi il primo posto nel gruppo G all’Olimpico contro il Real Madrid. Un pareggio va bene per restare in vantaggio sui russi mentre la sconfitta rischierebbe di compromettere il cammino. Insomma la serata di oggi (si gioca alle 18.55 italiane, due ore indietro il fuso orario di Mosca) puó regalare tutto e il suo contrario a Dzeko e compagni. Alla vigilia ha parlato proprio l’attaccante bosniaco, seduto accanto a Di Francesco in sala stampa prima di effettuare la rifinitura. Lui, simbolo della Roma a due facce: 5 gol segnati in 3 gare di Champions, appena 2 in 10 presenze in campionato. “Questa differenza è difficile da spiegare – dice Edin – forse perché in coppa ci sono poche partite e ogni volta devi giocare con tutta la forza. La Serie A è comunque difficile e si dovrebbe fare lo stesso, ma ogni tanto pensiamo che le squadre con cui abbiamo perso punti, Chievo, Bologna e Spal, ci facciano vincere facile”.
Lo dice candore, quasi senza rendersi conto della gravità di un’ammissione del genere. Perché in fondo i problemi della Roma di inizio stagione sono tutti racchiusi in questa sorta di inaccettabile presunzione. In Italia la classifica è deprimente, la squadra non decolla e Dzeko è il primo a mostrarsi insofferente durante le partite. “Ogni tanto, come mi dice il mister, perdo la testa e non gioco per 5-10 minuti: è la veritá. Ma quando mi arrabbio mi fa anche bene. Ultimamente sto sbagliando troppi gol, devo fare meglio”. Le notti di Champions, di solito lo stimolano. “L’anno scorso abbiamo visto quanto sia bello giocare questa competizione, non dico che torneremo di nuovo in semifinale, ma si lavora un anno intero per essere qui e ora dobbiamo dare tutto per vincere”.
In attacco stavolta avrà ai suoi lati Kluivert e probabilmente Florenzi avanzato con Santon terzino. In mediana rientra Cristante vicino Nzonzi, Pellegrini torna a fare il trequartista e Manolas si riprende il posto al centro della difesa. Pastore, Under e Schick le carte da giocarsi durante il match, Dzeko dà un consiglio da amico al collega ceco in perenne difficoltà: “Abbiamo visto tutti, non solo in allenamento ma anche alla Sampdoria, che Schick è capace di fare gol. Deve ricominciare da se stesso, impegnarsi di più ogni giorno e noi ‘vecchi’ dobbiamo aiutarlo”. Di Francesco ci sta provando, ma ad oggi la sua priorità è “recuperare” la Roma. A Mosca in gare ufficiali i giallorossi non hanno mai perso, ma il successo esterno manca da 14 mesi, l’ultimo col Qarabag a settembre 2017. “Vincere partite importanti – spiega l’allenatore – ci potrebbe dare grande fiducia ma non è accaduto, ci siamo andati vicini come a Napoli, i risultati ci aiuteranno a risalire la china”. A Firenze non ha parlato, lasciando a Monchi l’incarico di protestare per l’arbitraggio e adesso, a mente fredda, preferisce una critica costruttiva alla sua squadra: “Hanno fischiato un rigore che non c’era, ma noi abbiamo aspettato troppo per ricominciare a giocare. Ci accade spesso e la continuità fa la differenza”. In Champions il filo è intatto, basta riprenderlo