Ora che Dzeko mancherà per un po’, Schick deve cambiare marcia, accelerare, scrollarsi di dosso dubbi, paure e pressioni. E trasformarsi in quello che la Roma si aspetta da un po’: un giocatore molto più Schick (per giocare sul suo cognome) e molto meno timoroso. Anche perché se da ieri sono tornati di nuovo in gruppo Pastore e Perotti, dall’infermeria non arrivano certo buone notizie per l’attacco. Ieri, infatti, gli accertamenti strumentali hanno confermato le lesioni sia per Dzeko (coscia sinistra) sia per El Shaarawy (flessore destro): tra primo e secondo grado per il bosniaco (che comunque nei prossimi giorni farà un ulteriore esame), di secondo grado per il Faraone. Il che vuol dire almeno tre settimane di stop per entrambi, forse anche quattro per El Shaarawy. (…)
Per Schick è quindi arrivato il momento di provare a prendersi la Roma. O, almeno, di ridarle indietro qualcosa di tutto ciò che ha riposto in lui. In termini di fiducia e investimento. Si tratta sostanzialmente di dimostrare alla Roma che si può contare su di lui anche per il domani. Perché finora si è sempre detto che Patrik ha sofferto il fatto di non avere la possibilità di giocare con continuità, di non poter disputare una serie di partite di seguito per dimostrare per intero il suo valore. Adesso invece le ha eccome a disposizione. E dopo le tre con Sampdoria, Udinese e Real Madrid, sarà lui il punto di riferimento dell’attacco giallorosso anche contro Inter, Cagliari, Viktoria Plzen e Genoa.
Fonte: Gasport